Featured Image

Mister No

Autore:
Tiziano Sclavi, Fabio Civitelli
Editore:
Sergio Bonelli Editore

Il nostro giudizio

Quando per la prima volta questa storia di Mister No uscì in edicola, nell’aprile e maggio 1984, precisamente nei numeri 107 e 108, il mondo era un altro mondo. O forse è meglio dire che i mondi erano due: quello comunista, orbitante intorno all’URRS e quello capitalista, guidato dagli U.S.A. Un mondo in cui c’era una guerra da decenni, chiamata fredda perchè senza scontri militari, ma altrettanto potente nelle sue conseguenze. Nel 1984, nella piccola ma così preziosa realtà del fumetto italiano, il mondo era un altro mondo anche perché Tiziano Sclavi non aveva ancora creato Dylan Dog. O meglio, lo stava progettando, dato che le nuove serie Bonelli hanno sempre una lunga gestazione. Sclavi è stato una specie di enfant prodige, avendo iniziato a collaborare a varie testate ancora da liceale. In seguito, nel 1973, venne assunto dal «Corriere della sera» come redattore del «Corriere dei Ragazzi», una delle testate più belle della storia del fumetto italiano e dell’editoria da edicola in generale. Sclavi fa di tutto, tiene rubriche comiche e di cinema, sceneggia serie di altri come ghost writer (Gli Aristocratici di Alfredo Castelli e Ferdinando Tacconi) nonché varie serie sue come ad esempio la stupenda Altai & Johnson insieme a Giorgio Cavazzano. Dopo lo scandalo P2 che coinvolge il Corriere, nel 1980 cambia editore e si propone alla Bonelli. La sua versatilità è strabiliante e prova ne sono le storie per Zagor, Ken Parker e Martin Mystère.

Nel 1983 crea anche una serie tutta sua, il poco fortunato Kerry il trapper. Se c’è però un personaggio per il quale ha scritto storie indimenticabili al pari di quelle per il suo Dylan Dog questo è Mister No. Creato nel 1975 da Sergio Bonelli sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta per i disegni di Gallieno Ferri (ma sarà Roberto Diso a diventarne il disegnatore più iconico) Mister No è la serie che più rappresenta l’idea di libertà, di autonomia e di avventura secondo l’autore ed editore. Un personaggio che evidentemente era nelle corde anche di Sclavi per il quale scrisse alcuni episodi tra i migliori della serie pur essendo, o forse proprio per questo, davvero anomali e imprevedibili. Oltre ad elementi angoscianti e horror (come in Ananga!, che riprenderà anche in Dylan Dog) Sclavi introduce elementi fantastici e misteriosi come in questa straordinaria e fulminante storia scritta per i disegni di Fabio Civitelli. Fulminante perchè più breve del solito, ma soprattutto per lo stile, per le idee perfettamente rese su carta da Fabio Civitelli, all’ultima storia di Mister No prima del passaggio a Tex. Civitelli, dotato di un segno pulito, straordinariamente capace di raccontare ma anche pieno di forza evocativa, qui dà prova di tutto il suo talento, poi esplicitato e portato alla perfezione per il celebre ranger, utilizzando per la prima volta la tecnica dei retini che lo caratterizzerà in futuro.

Questa storia è esemplare di come la Bonelli, conosciuta come una casa editrice rigida nel rispetto dei suoi canoni, ha invece permesso spesso ad alcuni talenti come Sclavi, di sperimentare e di proporre storie fuori dal comune, inconsuete e indimenticabili. L’incontro/scontro tra l’americano (sui generis) Mister No e il pilota russo Arkady, con lunghi dialoghi in un solo ambiente scritti straordinariamente, rappresenta in maniera perfetta la difficoltà di comprendere culture e società diverse. Difficoltà che si rispecchiano nell’impossibilità di comprendere ciò che ci è alieno, l’alien che ci visita. Motivi, questi, che abitavano già il cuore idealista e sognatore, dolente e malinconico di Sclavi che approfondirà il tema dell’alieno e degli abitanti degli altri pianeti nella trilogia di storie dylaniane Terrore dall’infinitoQuando cadono le stelle e Lassù qualcuno ci chiama. Una storia di grande poesia, dal ritmo e dalla costruzione magistrale che Bonelli ripubblica in grande formato, in un volume con copertina inedita e alcuni extra.