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Lupi bianchi

Autore:
David Schraven, Jan Feindt
Editore:
Becco Giallo

Il nostro giudizio

Nel graphic journalism, il rapporto fra l’opera e il tema di attualità che essa vuole trattare qualifica, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista etico, l’opera stessa. Certo, non è necessario che l’autore sparisca completamente e, in alcuni casi, una presenza pesante a livello autoriale nel registro della narrazione non impedisce la realizzazione di un fumetto di altissima qualità, un esempio su tutti è Fax da Sarajevo, di Joe Kubert, profondamente toccante ma al tempo stesso al servzio del tema trattato.

Questo concetto lo capiscono molto bene David Schraven e Jan Feindt che, con il loro Lupi bianchi – rapporto sul terrorismo neonazista in Europa, trattano un tema difficile per molti motivi. Anzitutto il neonazismo è un tema a costante rischio inflazione per quanto sempre attuale, se da una parte un certo stato di allarme costante sta portando alla desensibilizzazione del problema, dall’altra esso si rivela fin troppo spesso attuale e contemporaneo. Inoltre, il rischio di retorica facile è grande, l’estrema destra è polarizzante e sospendere il giudizio è difficile quanto ipocrita, specie quando ci si limita a celarlo pur lasciandolo trasparire da tutta una serie di segnali più o meno equivocabili.

Schraven e Feindt non ci provano nemmeno, il loro graphic journalism non finge di non prendere posizione ma lo fa con la maggior obiettività possibile, evitando il registro di una facile emotività in favore di una vicenda poco o nulla romanzata e un racconto dei fatti il più possibile antiretorico e distante da qualsiasi enfasi o storytelling sopra le righe. Il realismo del segno grafico non azzera l’espressività ma evita di caricare oltremisura la resa dei personaggi che, nel contesto, risulterebbe inutilmente moraleggiante. Diretto e senza fronzoli, un buon pezzo di Graphic Journalism.