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La vedova bianca

Autore:
Fran
Editore:
. Edizioni BD

Il nostro giudizio

A volte non è semplice definire un’opera, perché a pensarci bene sembrerebbe funzionare come un determinato genere letterario salvo veder saltare allegramente le convenzioni in tanti modi diversi, e se i diversi modi sono infilati tutti nella stessa opera, il risultato può essere come minimo disarmante. Fran, con il suo La vedova bianca, fa esattamente questo gioco. Verrebbe quasi da definirlo un horror, questo ufo fumettistico, che di certo ne ha determinati meccanismi narrativi, specie la violazione di un ordine delle cose, nella fattispecie la mancanza di rispetto a un morto da parte di persone senza scrupoli, e la vendetta di un’entità soprannaturale che perseguita gli stessi protagonisti fondamentalmente stronzi dell’opera stessa.

Il fatto è che, per essere un horror, La vedova bianca ha diversi elementi che non tornano. Per prima cosa, il fumetto è quasi del tutto incruento. E quel poco sangue che scorre, oltre a scorrere fuori scena, è tutto sommato quasi marginale, il peso che ha nell’economia della storia non è certo nullo ma nemmeno così determinante. In secondo luogo, l’estetica allegra, cartoonesca e iper colorata è completamente fuori registro rispetto a quello che ci si aspetterebbe da una storia dell’orrore.

Eppure funziona. Il collante è la critica sociale graffiante e disperata che attinge a piene mani dall’effetto allucinato e straniante di un’atmosfera da cartone animato per bambini, e il tono ironico quando non apertamente umoristico della narrazione, in contrasto con una trama che, in definitiva, è una ghost story in cui viene consumata una vendetta. Il risultato è godibile, una satira spietata abilmente dissimulata raccontata con un ritmo sostenuto.