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La terra dei figli

Autore:
Gipi
Editore:
Coconino

Il nostro giudizio

La terra dei figli è una graphic novel del 2016, di Gipi 

Ci sono termini che, per loro stessa definizione, rimandano a divisioni male assimilate nel mondo della letteratura, da cui i fumetti non sono certo dispensati. Uno di essi è autoriale. Figlio di un dibattito esasperato e spesso affrontato con pregiudizi e con un’idea di cultura nel migliore dei casi ingessata, il termine autoriale indica un approccio opposto a quello dell’intrattenimento, un approccio che si svincola da canoni restrittivi nel migliore dei casi e manierista nei peggiori. In quest’ultima casistica ricade La terra dei figli, di Gipi, opera figlia di una fase in cui l’autore sembra volersi avvicinare alla letteratura di genere. Dopo un primo approccio al fantasy con il gioco di carte Bruti, la cui riuscitissima veste grafica ha generato il volume d’illustrazioni Come lo feci, Gipi si cimenta con un filone della fantascienza particolarmente in voga oggi, il postapocalittico, realizzando la propria personale, anzi, autoriale, variazione sul tema.

La terra dei figli è una rilettura del genere che del genere ha poco o nulla, forse solo l’ambientazione. La contaminazione è estremamente limitata, Gipi viene da un certo modo di fare graphic novel, ha uno storytelling e tempi narrativi che vanno in direzione più o meno opposta a quella di un genere che vive di trama e concetto. Questo non è sempre vero, specie se si parla di una rilettura del genere e non di un lavoro entro i canoni, ma volendo prendere dal cinema due esempi analoghi e diversi fra loro, Mad Max Fury Road e La strada, il lavoro fatto in termini narrativi è comunque gigantesco e, pur in assenza di una trama granché strutturata, il prodotto finale racconta moltissimo seguendo altri percorsi.

Il lavoro di Gipi è invece farraginoso, inconsistente, racconta poco e comunica ancor meno, non riuscendo, dove uno sforzo in tal senso viene fatto, a dire nulla di originale, restando fermo a poco più del cliché. Graficamente nulla da dire, Gipi come illustratore sa il fatto suo e adatta il segno grafico alle atmosfere che vuole trasmettere ma, a parte il fatto che da lui non ci si aspetta di meno, il lavoro è buono ma non memorabile. Uno scivolone da un autore che si trova molto più a suo agio, e si vede, in altri ambiti.