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La rabbia della pantera nera

Autore:
Don Mc Gregor, Rich Buckler e Billy Graham
Editore:
Panini Comics, 2015

Il nostro giudizio

La redazione Marvel Comics era, negli anni ’70, un calderone ribollente, un laboratorio anarchico dove un branco di autori giovani creavano, se non proprio a briglia sciolta quantomeno con un margine creativo insolitamente ampio per una casa editrice di fumetti che aveva come target gli adolescenti. Se, infatti, da una parte, capisaldi come Stan Lee e Roy Thomas consolidavano le fondamenta di un pilastro dell’intrattenimento americano, autori meno conosciuti come Jim Starlin e Steve Gerber si davano alla sperimentazione regalandoci opere geniali e psichedeliche tuttora considerate un cult dai fan di tutto il mondo. Uno di questi autori, meno conosciuto ma non meno interessante, è Don Mc Gregor che, con il suo lavoro su Jungle Action, la testata che ospitava le avventure di Pantera Nera, è rimasto negli annali del fumetto mainstream americano.

Importante, in tal senso, è il recupero che Panini Comics compie raccogliendo in un unico volume, La Rabbia della Pantera Nera, i numeri di Jungle Action scritti da Mc Gregor tra il 1973 e il 1976, anno in cui la testata chiuse per le ormai scarse vendite. La lettura che l’autore dà del personaggio di Pantera Nera parte dal canone Marvel del supereroe con superproblemi rileggendolo da un’angolazione inedita. T’Challa, questo è il vero nome della Pantera, è il monarca di un piccolo Stato africano che si trova ad affrontarne i problemi dopo un’assenza prolungata, per poi trasferirsi, nella seconda parte del volume, nell’America dei seventies, di cui si trova ad affrontare le tensioni sociali e in particolar modo razziali, essendo Pantera Nera uno dei primi supereroi di colore, il primo protagonista di una testata propria. La scrittura di Mc Gregor, a cavallo tra modernità e tradizione, offre una messa in scena nel più classico stile Marvel, arricchita da didascalie lunghe e ampollose e un senso del dramma enfatico ai limiti dell’esagerazione. Lo spirito dei tempi, tuttavia, non manca di farsi sentire in una serie a fumetti che riesce, per quanto concesso dalle restrizioni dell’epoca, ad essere attuale trattando temi delicati come il razzismo, tra gli avversari di Pantera Nera figura un gruppo stile KKK, quando non veri e propri tabù come l’omosessualità, qui suggerita velatamente quanto basta per sfuggire alle maglie del Comics Code Authority, organo censorio che per anni ha imperversato sull’editoria commerciale americana.

La Rabbia della Pantera Nera è ben rappresentativo dei Seventies anche dal punto di vista dei disegni. Sia Rich Buckler che, successivamente, Billy Graham, infatti, pur conservando qualcosa del segno grafico ipercinetico di Jack Kirby virano su anatomie più plastiche ed strutturate stile Neal Adams, seppur ben più grezze nella resa, sperimentando a tratti con tavole costruite guardano al gusto psichedelico di Jim Starlin. Molto coraggio nelle intenzioni, tuttavia, non è seguito da altrettanto successo nei risultati, spesso incerti e mai del tutto solidi. Panini Comics compie un’operazione certamente meritoria e senza dubbio interessante ma, va detto, rivolta agli appassionati hard core, priva di un reale appeal fuori dalla cerchia degli irriducibili.

Un’opera minore, un recupero di valore ma non un classico.