Featured Image

La montagna di fuoco

Autore:
Osamu Tezuka
Editore:
Rizzoli Lizard

Il nostro giudizio

La montagna di fuoco è una raccolta che contiene cinque racconti più o meno brevi di Osamu Tezuka realizzati negli anni ‘70. Le short stories contenute nel volume appartengono a un sottogenere chiamato gekiga, parola che indica i manga indirizzati a un pubblico adulto, caratterizzati da tematiche mature e più complesse di quelle presenti nei fumetti per ragazzi. Le storie contenute in La montagna di fuoco, per esempio, raccontano del mostro di Dusseldorf, di turismo sessuale nel sud est asiatico e di personaggi dall’etica discutibile che perseguono i loro scopi con tutti i mezzi necessari.

Qualora ce ne fosse ancora bisogno, il volume è l’ennesima testimonianza del fatto che Osamu Tezuka era un mostro della narrativa, con una padronanza assoluta del medium fumetto che gli permetteva di misurarsi, ottenendo risultati pazzeschi, con i generi narrativi più diversi. La montagna di fuoco contiene cinque short stories che, pur non essendo tutte dei noir tout court ne hanno comunque l’atmosfera, con una lucidità impietosa nella caratterizzazione dei personaggi che in più di un momento ricorda la scrittura del miglior Giorgio Scerbanenco. Tezuka esplora e rappresenta la natura umana con il disincanto di chi la racconta con grande cognizione di causa e nessuna illusione, senza fare sconti. Il dio dei manga delinea personaggi con motivazioni chiare che non si trasformano mai in scusanti in cerca di facile empatia da parte del lettore. I criminali rimangono criminali e, se le circostanze glie lo concedono, possono intraprendere un percorso di crescita senza mai tuttavia incontrare una redenzione a buon mercato.

La costruzione dei racconti che compongono la raccolta è mediamente più lineare rispetto agli altri lavori di Tezuka, fatta eccezione per la storia in coda al volume, da cui esso prende il titolo, che gode di maggiore spazio per veder sviluppata la propria complessità. Short stories più semplici, ma non per questo meno solide o meno profonde. Le scelte autoriali che caratterizzano La montagna di fuoco non hanno il fine di ridurre o impoverire, ma dar vita a una narrazione diretta e incisiva. Graficamente ci troviamo davanti al solito Osamu Tezuka, considerazione del tutto lontana dall’essere una critica alla complessità e all’espressività potente del suo tratto dalle linee tanto pulite quanto ricche e dettagliate nel costruire tavole dall’architettura ricca di una grande varietà di soluzioni narrative a volte molto diverse fra loro. L’autore di La montagna di fuoco è un Tezuka meno scatenato del solito, più spartano ma non per questo più limitato, anzi, il fatto che riesca a realizzare short stories di qualità tanto alta è solo la riprova che un artista come il dio dei manga è in grado di imporsi limiti che non lo penalizzano ma, al contrario, gli permettono di lavorare di fino e in profondità, riuscendo a dire tantissimo nonostante i margini creativi più stretti.