Featured Image

Il ruspa

Autore:
Stefano Antonucci
Editore:
Cane

Il nostro giudizio

Pare semplice, fare satira. Al contrario, l’arte di ridere del potere è qualcosa di complesso che richiede grande intelligenza. Buttarla in caciara e scadere nel becero è davvero questione di un attimo, e spazzatura come quella che pubblicano vignettisti del calibro Ghisberto o Pubble è lì a dimostrazione di cosa si ottiene a far satira in maniera grossolana nella realizzazione, facilona e priva della benché minima finezza.

Antonucci, al contrario, sa il fatto suo, e di far lo scemo fa solo finta. Al contrario, l’autore salito alla ribalta con Quando c’era LVI è abile, lo sa bene e si diverte un casino nel dimostrarlo. Il ruspa gioca con i linguaggi, con il non detto e con un umorismo che una cosa ti mostra e cento te ne fa passare sotto i radar, del tipo che un minimo sveglio lo devi essere per coglierle.

La trovata del finto fumetto per bambini, con tanto di pagine di giochi enigmistici, diciamo una specie di La Pimpa concepita un’oretta dopo aver calato una generosa dose di acidi, è davvero azzeccata e il modo in cui l’autore se ne serve per tirare per il culo Salvini, e di riflesso il suo elettorato, è magistrale nel suo essere fine e sguaiato al tempo stesso.  Antonucci non si risparmia, pur senza sbragare nel cacca pupù fine a sé stesso spara ad alzo zero una raffica di attacchi spietati e corrosivi per quanto mai gratuiti o compiaciuti.

Una satira acuta e ricca di livelli di lettura, tanto immediata in superficie quanto complessa in profondità.