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Dylan Dog – Mater dolorosa

Autore:
Roberto Recchioni & Gigi Cavenago
Editore:
Bao Publishing

Il nostro giudizio

Piaccia o meno, e quali che siano i risultati, la rilettura del personaggio di Dylan Dog nella gestione Recchioni si rivela sempre più un fatto di sostanza e non di sola forma. L’intento di attualizzare il personaggio è fattivo e non si limita a cambiare singoli elementi di mero colore ma si articola in un cambiamento nei modelli narrativi e nella struttura che sottendono alla testata stessa. Il riferimento è, per più di un verso, il fumetto americano, sia seriale sia graphic novel. Mater Dolorosa, infatti, a livello di scrittura si inserisce nel solco della tradizione dei comics dando alla continuity un peso di gran lunga superiore rispetto al classico modus operandi bonelliano improntato su albi autoconclusivi, tutt’al più archi narrativi brevi, con rari elementi ricorrenti. In tal senso, quanto si legge in Mater Dolorosa si avvicina di più al lavoro compiuto su Nathan Never, con sottotrame che si sviluppano in orizzontale e le cui conseguenze sono a medio e lungo termine.

Per quanto riguarda il prodotto nel suo insieme, il volume si presenta come una graphic novel in formato libro e come tale realizzata sia a livello grafico, con un tratto e una colorazione che escono dagli schemi del fumetto popolare, sia a livello di edizione: Bao Publishing ha creato un’edizione pensata in senso trasversale, vendibile sì in fumetteria ma ottima per gli scaffali delle librerie, un cartonato elegante valorizzato da una corposa sezione di extra.

L’insieme dà l’impressione di un forte lavoro di svecchiamento nell’intento di attualizzare, e volendo rendere appetibile per il mercato internazionale, un personaggio che non era più in grado di parlare al pubblico ampio di un tempo. In tal senso, a dire il vero, gioverebbe una scrittura meno ostica per chi non conosce il personaggio, ma il risultato è certamente apprezzabile.