Ecco i film nuovi da vedere al cinema

La uscite in sala di luglio
Featured Image

Se state leggiucchiando queste poche righe, i casi sono due: o ve ne state già belli spaparanzati sotto l’ombrellone a godervi il meritato riposo estivo, oppure vi trovate purtroppo ancora ben impantanati in mille interminabili incombenze lavorative, cercando disperatamente qualcosa che possa darvi coraggio e sollievo nel pieno di questi canicolari mesi estivi. Sia come sia, da buoni nocturniani quali certamente siete, non mancherete certo di pregustare i film nuovi da vedere che, nelle prossime settimane, tenteranno di refrigerare un poco i nostri occhi e le nostre menti, in attesa che la calura africana si abbatta inesorabile sulle nostre stanche testoline. Dimentichiamo dunque per un attimo ansie e crucci e lasciamoci andare, felici e beati, a questo breve ma intenso viaggio nel mezzo dei più succulenti coming soon del mese di luglio, dove brividi ed emozioni non si faranno certo desiderare.

  1. Annabelle 3

 

Mentre già da qualche settimana abbondante il caro vecchio Chucky ha fatto il suo chiacchierato ritorno sul grande schermo per seminare la consueta dose di splatter e turpiloquio con La bambola assassina, il 3 luglio la paffuta ed inquietante cuginetta Annabelle si prepara anch’essa al suo annunciato ritorno cinematografico, più incacchiata e vendicativa che mai. Diretto da Gary Dauberman – penna nota a gran parte dell’universo horror degli ultimi tempi, da Wolves at the Door a La Llorona, passando per The Nun e gran parte del Wan Universe –, Annabelle 3 vede stavolta la malefica pupattola pronta a insediare la piccola e indifesa Judy, figlia dei celebri coniugi acchiappa fantasmi Ed e Lorraine Warren. Già bersaglio degli scherzetti poco simpatici di sua demoniaca altezza degli inferi Valak in guisa di monaca, la giovinetta dovrà vedersela con l’intero arsenale delle anime dannate imprigionate nella collezione di cimeli esorcizzati dai cazzuti genitori, risvegliate dal sonno eterno e pronte a far baldoria fino a tarda notte. Il fatto che il buon Dauberman si sia già dato un gran da fare alla scrittura dei precedenti capitoli è quantomeno una garanzia di coerenza e compattezza, sperando tuttavia che la promozione in cabina di regia non si riveli un passo troppo lungo rispetto alla gamba.

  1. Domino

 

Ma guarda un po’! E chi l’avrebbe mai detto di trovare a bazzicare nuovamente per i nostri schermi quel mostracchione sacro di Brian De Palma? Ben sette anni sono trascorsi dalla tiepida accoglienza di Passion, e, stavolta, l’erede di Sir Alfred Hitchcock aveva proprio in mente di buttarla giù dura, con un thriller di spionaggio a sfondo terroristico che, almeno sulla carta, prometteva grandi soddisfazioni e incassi assicurati. Non fosse che, nato e cresciuto sotto una stella alquanto fantozziana portatrice di mille tribolazioni prima, durante e anche dopo le riprese, Domino – ogni riferimento all’omonima pellicola di Tony Scott è puramente causale – ha finito per essere mestamente disconosciuto dal proprio creatore, uscito totalmente sfiancato da mesi di continue litigate e parecchio incacchiato circa la mezz’oretta abbondante tagliuzzata e gettata nel bidone dagli implacabili produttori. Nonostante tutto ciò, la pellicola che dall’11 luglio farà il suo debutto in terra italica si preannuncia tanta robettina, con una sgamata coppia di poliziotti composta da Nikolaj Coster-Waldau e Carice van Houten intenta a pedinare in quel di Copenaghen un misterioso individuo forse responsabile della morte di un loro collega e, per giunta, membro di una cellula dormiente dell’Isis, pronta a far saltare per aria mezza Danimarca senza troppi complimenti. Ma la verità, manco a dirlo, è ben più complessa di come appare, rendendo questo Intrigo Internazionale 2.0 parecchio succulento. Come andrà al botteghino nessuno lo sa, ma è certo che, vista la brutta esperienza nella terra del Nord e i tanti dollarozzi che ancora attendono di essere ancora dalla troupe, il caro vecchio Brian opterà in futuro per climi decisamente più miti.

  1. Welcome Home

 

Se anche voi siete di quelli che amano cavalcare il detto di “casa dolce casa”, beh, forse è venuto il momento che mettiate da parte il mito e facciate un po’ i conti con la cruda realtà. Esattamente come i poveri Aaron Paul ed Emily Ratajkowski protagonisti di Welcome Home, thrillerino alquanto stuzzichevole diretto da George Ratliff in uscita l’11 luglio nel quale il sogno di affittar una nuova ridente dimora si tramuterà ben presto in un incubo senza fine. E sì, perché i nostri due piccioncini in crisi coniugale, dopo aver scovato sul web, tramite l’app che da il  titolo alla pellicola, una ridente villetta in quel di una non ben specificata campagna italiana, si ritrovano a fare i conti nientepopodimeno che con Riccardo Scamarcio in persona, viscido e indecifrabile vicino di podere pronto a intraprendere un losco giocherello ai danni dei nuovi arrivati. Un home invasion a schiera, insomma, con tutti gli annessi e connessi del genere e parecchia tensione latente pronta ad esplodere come un petardo a capodanno, mentre il nostro Riccardone nazionale – ormai solito a spuntare un po’ dappertutto come il prezzemolo (Lo spietato, Non sono un assassino) –, dopo averle prese di santa ragione da Keanu Reeves è deciso più che a spaccare a sua volta qualche sodo deretano a stelle e strisce. D’altronde, come si dice… vedi l’Italia e poi muori!

  1. The Golden Glove

 

Quando a suo tempo il caro Fatih Akin calcò vittorioso i red carpet di mezzo mondo con La sposa turca, gli addetti ai lavori pensavano ormai di avere a che fare con una nuova promessa del circuito d’essai, destina a incassare tante coccarde e pochi baiocchi. Ma quando alla Berlinale 2019 il nostro tedescaccio se n’è uscito a sorpresa con un thriller drammatico alquanto sporco, per nulla brutto e decisamente troppo cattivo, per giunta dedicato alla biografia di uno dei più efferati serial killer di tutti i tempi, beh, un po’ tutti ci siamo trovati sinceramente spiazzati. La scelta di portare al cinema, con The Golden Glove, le trucolente gesta di quel Fritz Honka che, al principio degli anni ’70, seminò allegramente morte e distruzione fra le prostitute di Amburgo appare decisamente ardita, a maggior ragione per un regista abituato ad aver a che fare con un cinema molto delicato ed esistenzialista, nonostante una malsana crudezza di fondo. Ed è proprio questa recrudescenza finora sopita che qui esplode in tutta la sua scioccante violenza, senza tuttavia scordarsi di mettere in luce, ancor prima delle frattaglie e dei colpi di mannaia, la dolente e spiazzante semplicità di un essere umano come tanti, un uomo comune col solo piccolo innocente vizietto di fare a pezzi ogni singolo organismo vaginomunito che gli capiti a tiro per poi collezionarne carnosi souvenirs, coprendone infine il decoposto olezzo con quintalate di Arbre Magique. Insomma, quella bella e sana robettina cinematografica che, a partire dall’11 luglio, non mancherà certo di far leccare i baffi a gentaglia come Lars von Trier.

  1. Serenity – L’isola dell’inganno

 

Per difendersi dall’incombente canicola diretta di gran carriera verso il centro città, quel gran volpone di Matthew McConaughey ha ben pensato di trasferirsi, armi e bagagli, nella ridente isoletta caraibica di Plymounth, buttandosi a capofitto nella pesca d’altura a bordo del suo imponente yacht, cacciando pescioloni come il protagonista de Il vecchio e il mare di Hemingway e arrotondando di quando in quando scorrazzando per acque profonde gli ingordi turisti desiderosi di emozioni forti. Tutto sembra procedere per il meglio in questo paradiso di sole, bikini e mojito, fino a quando la conturbante ex moglie Annie Hatahway non gli si presenta al cospetto, in tutta la sua arrapantaggine, per chiedergli un piccolo ma fondamentale favore: accoppare il nuovo cafonissimo marito miliardario Jason Clarke, responsabile di aver reso la vita della donna e del loro figlioletto un vero inferno. La vendetta non si farà certo attendere. Ma… tutto è davvero come appare? Decisamente no! A ben sei anni dal doppio colpo d’autore assestato con Redemption – Identità nascoste e Locke, il 18 luglio Stephen Knight torna finalmente dietro alla macchina da presa con Serenity – L’isola dell’inganno, un thriller tesissimo che, nonostante le numerose peripezie pre-produttive culminate con la defezione a sorpresa di un pezzo da novanta come Uma Thurman, alla fine si dimostra davvero di gran fattura e condito da forti venature noir, finendo per sfociare in qualcosa di davvero allucinante e totalmente inaspettato, capace persino di far impallidire gente come Nolan e le sorelle Wachowski. Di più non possiamo dire. Vedere per credere…

  1. Midsommar – Il Villaggio dei Dannati

 

Sinceramente non serviva affatto la disavventura lavorativa di Brian De Palma per farci capire che, cinematograficamente parlando, le terre scandinave non sono certo il miglior posto in cui passare le proprie vacanze. Tuttavia qualcuno non deve aver avvisato per tempo Florence Pugh e Jack Reynr, altrimenti i due piccioncelli non si sarebbero andati a impantanare fino al naso negli oscuri e inquietanti riti pagani di mezza Estate elargiti a piene mani dagli equivoci abitanti di un paesello ingolfato nel buco dello sfintere della Svezia. Certo è che, stando ai rumors generosamente messi in giro dal collega Jordan Peele, per la sua opera seconda Ari Aster non sembra affatto essersi risparmiato, confezionando con Midsommar – Il Villaggio dei Dannati un horrorino rurale che è tutto un programma. Un progetto parecchio disturbante che non nasconde un sincero omaggio al fu The Wicker Man, finendo tuttavia per buttarla completamente di fuori a modo suo e, se possibile, alzando ulteriormente l’asticella del terrore dopo le già sconvolgenti vette toccate da Hereditary, guadagnandosi così un fiero e meritato Rated R. E anche se il 25 luglio la maggior parte di noi – si spera – sarà già a sbattersi la ciolla in riva al mare o a far scampagnate fra i freschi monti, i biglietti per una bella gitarella di morte fra le lande svedesi sono già pronti all’uso, caldi, fumanti e coperti di sangue.

  1. Ma

 

Poiché volgiamo essere buoni anche con coloro che sono soliti arrivare tardi agli appuntamenti, per tutti quelli che per caso si fossero persi per strada segnaliamo di intercettare al più presto nei cinema Ma, in sala dal 27 giugno, il nuovo parto cinematografico scodellato dalla Blumhouse per inseminazione di quel Tate Taylor che, tra il dramedy di The Help, il musical biografico di Get on Up – La storia di James Brown e il mistery di La ragazza del treno, di generi e formati ne ha cavalcati davvero parecchi. Stavolta è lo psycho-thriller il giocattolo con cui il Nostro ha deciso di baloccarsi, mettendo in scena un duro e sonoro monito nei confronti del fancazzismo giovanile 2.0. Sono infatti i soliti giovani cannaioli belli e perduti ad aver di che preoccuparsi, dopo aver gentilmente ottenuto dall’apparentemente buona e cara Sue Ann (Octavia Spencer) la possibilità far alcolica baldoria nell’ampio scantinato della di lei sperduta dimora, salvo poi rendersi conto troppo presto che la caritatevole samaritana di mezza età non possiede certamente tutte le rotelline al posto giusto. Quando si dice di non dare troppa confidenza agli sconosciuti… soprattutto a quelli che ti accolgono a braccia aperte con una fumante torta in mano!

Questo è quanto. Un bel gruzzolo di appuntamenti che non mancheranno certamente di rendere questo nostro caldo luglio un poco più sopportabile, in attesa di passare al prossimo Estathé o di dare l’ultimo colpo di tastiera prima della meritata pausa estiva.