Calcio e zombi

Il mix tra sport ed elementi horror poche volte ha trovato un giusto incastro
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Il connubio cinematografico tra discipline sportive ed elementi horror poche volte ha trovato un giusto incastro. Non sono infatti numerosi i film di genere significativi in tal senso. Esistono comunque tentativi, più o meno riusciti, di fondere lo sport con il cinema di genere: ad esempio il francese Goal of the Dead, uscito in patria nel 2014.

Poveri contro ricchi

Sempre al primo posto nell’amore della gente un po’ in tutti i continenti, e sempre in posizione privilegiata nel settore delle scommesse sportive, il calcio non ha trovato spesso terra fertile in ambito cinematografico. Si ricordano certamente pellicole d’impatto persino mitico (Fuga per la vittoria di John Huston), ma non in gran numero. La maggior parte delle volte il calcio è stato protagonista di opere di stampo comico, parodistico o demenziale (diverse anche nel cinema italiano), oppure è stato punto focale di lavori con schemi prettamente biografici (recenti opere dedicate a Maradona, Pelé, Messi).

Andando però a setacciare le produzioni internazionali di questi ultimi anni, si scoprono film forse non particolarmente conosciuti dal grande pubblico, ma meritevoli di un minimo di attenzione, se non altro per la volontà di provare a costruire progetti non del tutto scontati. Giusto spendere dunque una citazione per Goal of The Dead, pellicola del 2014 diretta da Benjamin Rocher e Thierry Poiraud e ambientata in un piccolo villaggio francese, dove si sta per disputare una partita della coppa nazionale tra la compagine locale, formata da dilettanti, e una squadra parigina piena di campioni affermati. Il contrasto, tra chi assapora questo match quasi come un sogno e chi lo percepisce perlopiù come un banale e scontato allenamento, è nettissimo, così come appaiono evidenti le tematiche di confronto e scontro tra campagna e città, semplicità di mezzi e ostentata ricchezza.

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Partita per la sopravvivenza

La trama di cui sopra poteva dare adito a un’opera di riflessione e rivincita sociale, ma sceneggiatori e registi a un certo punto si dirigono altrove, calandosi nei meandri dell’incubo. Mentre si disputa l’incontro si scatena infatti un’improvvisa epidemia che trasforma giocatori e spettatori in zombi rabbiosi e affamati; a quel punto, per i sopravvissuti, inizia un’altra sfida, ancora più importante, ovvero trovare un modo per non soccombere.

Il titolo del film fa chiaramente riferimento alla saga dei morti viventi iniziata nel 1968 da George A. Romero e proseguita nel corso dei decenni. Le dinamiche di svolgimento tendono ad andare sopra le righe e non perdono di vista la commistione tra horror e commedia. A fare la differenza e regalare perlomeno un tocco di originalità all’insieme è proprio l’elemento calcistico, in grado di fornire suggestioni particolari per il contesto scenografico (il campo, le tribune), nel quale si muovono personaggi che si trovano a interagire tra loro mostrando caratteri definiti e lasciando fluire i peggiori istinti. Nel panorama di film e serie Tv a tema zombi, ormai piuttosto saturo, abbiamo in questo caso almeno uno sforzo volto a fornire qualche piccolo spunto diverso dal solito, per due ore di discreto intrattenimento.