Andrea Ricca

Un regista di corti

Da quando il cinema indipendente si è incontrato col fenomeno della diffusione web, sono proliferati centinaia di lavori pubblicati legalmente online dagli stessi registi: lungometraggi, corti, web-serie, fan-film, ormai divenuti un fenomeno di costume che meriterebbe un trattamento a parte. Tra prodotti puramente amatoriali e lavori di alta qualità, capita di incontrare singolari vie di mezzo che – pur con tutti i limiti del caso – suscitano curiosità fra appassionati e addetti ai lavori. È il caso del filmmaker Andrea Ricca, specializzato in cortometraggi no-budget di fantascienza che hanno suscitato l’interesse di riviste specializzate come L’ Ecran Fantastique, Dreadcentral e Ciak Magazine, e sono stati presentati in vari festival. Indipendente puro,  Ricca si occupa di queste produzioni a partire dal 1998, cioè da quando si è specializzato nella grafica tridimensionale. Vedendo i suoi corti, balza subito all’occhio che il piatto forte è la CGI molto realistica e “plastica” con cui modella le mostruose creature, fra alieni, ragni giganti e mostri vari. Andrea Ricca è un filmmaker a 360 gradi, occupandosi di tutte le fasi di lavorazione dei corti, dalla regia alla grafica alla post-produzione.

Le storie di Andrea Ricca sono sempre essenziali e minimaliste – un protagonista in balia di creature fantascientifiche e orrorifiche – senza dialoghi e di durata ridotta (in media, cinque minuti ciascuno): la regia non è sicuramente perfetta, ma alla fin dei conti l’intenzione del regista (abbastanza riuscita) è di creare un divertissement, un genuino e ironico omaggio a quei “B-movies” di sci-fi che tanto andavano di moda in passato e che ancora oggi sono oggetto di culto per i cinefili. Vedendo i suoi cortometraggi, disponibili sul sito andrearicca.it e su YouTube, sembra di ripercorrere alcune fra le tappe più significative del cinema fantastico attraverso ricostruzioni no-budget talvolta sfocianti nella commedia o nella parodia. Dichiarata è, ad esempio, l’ispirazione di Spider Danger dal cult Tarantula di Jack Arnold, e siamo dalle stesse parti anche con The Giant Scorpion, dove protagonisti sono rispettivamente ragni e scorpioni giganti (per intenderci, quell’universo immaginifico per cui Joe Dante ha realizzato il magnifico atto d’amore Matinée). Con The Furfangs ci immergiamo nelle atmosfere anni Ottanta dei vari Gremlins, Ghoulies e Critters, con questi mostriciattoli pelosi – rigorosamente in CGI, quindi con uno strano effetto di contrasto rispetto all’artigianato eighites.

Non mancano corti che citano esplicitamente La cosa (Space Monster) e Tremors (Alien Worms). Alien Night e il suo sequel mettono in scena i classici extraterrestri verdastri e deformi, e negli ultimi tempi il regista ha persino diretto un tributo/parodia ai monster-movies della famigerata Asylum. L’intenzione di non prendersi sul serio, che è poi uno dei punti forti della sua produzione, è evidente per esempio in Alien Night 2, in cui il protagonista sembra sfidare gli alieni per poi fare il gesto dell’ombrello e fuggire – un chiaro tributo alla scena di Bud Spencer contro i sicari nell’action-comedy Nati con la camicia. Fra ghost-movie, corti d’avventura “alla Indiana Jones” e horror vari, è particolarmente interessante il corto Nightmare Escape, un esperimenti di cinema interattivo dove è lo spettatore a decidere come far procedere la vicenda attraverso i comandi del PC: un prodotto significativo anche alla luce delle nuove frontiere in cui il cinema si incontra con la realtà virtuale e l’interazione dello spettatore, uno spazio ancora in fieri di cui l’opera di Andrea Ricca costituisce uno dei rarissimi esempi italiani.