A febbraio 2016 arriva Deadpool

L’antieroe omnisessuale
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Aprile 1972: Burt Reynolds compare nudo nel paginone centrale di Cosmopolitan, ed è a quell’immagine che fa il verso la prima foto promozionale del costume ufficiale di Deadpool. Un ottimo inizio per l’antieroe omnisessuale, il mercenario chiacchierone, il (mutato più che) mutante, reso praticamente immortale da un trattamento simile a quello subito da Wolverine: potere rigenerante, quindi. Peccato che, oltre alle ferite che si rimarginano velocemente – Deadpool potrebbe sopravvivere anche se decapitato, purché gli si riattacchi la testa entro un ragionevole lasso di tempo –, a rigenerarsi è anche il cancro da cui è affetto, per cui la sua pelle è perennemente ricoperta di piaghe. Deadpool è pazzo, dimentica tutto di continuo e autoproduce falsi ricordi, sente più voci nella testa di Robertino di Ricomincio da tre, e sa di essere un personaggio dei fumetti. Ne approfitta per sconfiggere i suoi avversari: gli basta leggere gli albi precedenti per prevedere le loro mosse, e dal trailer in circolazione si evince che la sua consapevolezza si estenderà anche al cinema. Lo sentiamo infatti implorare di non infilargli addosso una tutina verde, autoironico riferimento al flop di Ryan Reynolds nei panni di Lanterna Verde.

All’anagrafe, Deadpool risponde al nome di Wade Wilson. Forse. Nel corso delle storie che lo hanno visto protagonista, son venute fuori svariate ipotesi che ne mettevano in dubbio la reale identità: la sua nemesi T-Ray afferma di essere il vero WW, e Loki dice di essere suo padre, tanto per citarne un paio. Deadpool stesso non si è lasciato scappare l’opportunità di una battuta al riguardo: in una storia afferma che essere o non essere il vero Wade Wilson dipende dalle preferenze di chi ha scritto il fumetto. Già apparso nel pessimo X-Men le Origini: Wolverine, sempre con la faccia di Ryan Reynolds (un nome abbinato al progetto Deadpool dal 2005, anzi più che un nome, un portabandiera, sponsor e tifoso. Per certi versi Reynolds è Deadpool), era una versione molto lontana dallo spirito del personaggio, tanto da far incazzare di brutto i fan: l’ironia feroce e dissacrante è la sua spina dorsale, ma cucire la bocca del mercenario chiacchierone è stata davvero una trovata troppo feroce, o idiota, da digerire. I Deadpoolovers andranno invece in brodo di giuggiole quando, nel febbraio 2016, uscirà il suo spin-off. I segnali ci sono tutti, inequivocabili: lo script di Rhett Reese e Paul Wernick – autori di Zombieland – è misteriosamente apparso online nel 2010, ricevendo pareri entusiasti. Sarà un film vietato ai minori e ai loro portafogli: quelli della Fox non si apriranno più di tanto, per forza di cose, ma a un budget ridotto sarà abbinata una maggiore libertà di spingersi oltre i limiti, che è una necessità fisiologica per una corretta versione cinematografica del pazzoide in tutina rossa («così non si vede il sangue se mi feriscono»). Deadpool precederà nelle sale Batman vs Superman, Captain America: Civil War, X-Men Apocalypse. Vero è che l’unicità sovversiva del merc with a mouth lo rende un supereroe talmente scomodo che è difficile immaginare un suo inserimento/crossover nel multiverso condiviso dai colleghi “istituzionali”, sarebbe capacissimo di comparire in un film degli X-Men e chiamare tutti gli attori per nome.

Eppure, se la Fox osa inaugurare l’annata supereroica con Deadpool, qualcosa di inaspettato potrebbe davvero accadere. Magari è il primo passo nella creazione di un sub-universo Rated R, seguito da decine e decine di film ancora più violenti e coraggiosi. O più verosimilmente ci sorprenderemo a temere/invocare la sua irruzione sullo schermo tra i colleghi seri e rispettabili. Il trailer mette le cose in chiaro: ultraviolenza, abbattimento della quarta parete (oltre che di numerosi crani), eccessi verbali senza limiti. E una parlantina inarrestabile che gli permette, nonostante il volto completamente mascherato, di esprimere ogni sua emozione e sensazione in modo chiaro, finanche eccessivo. Ryan Reynolds sarà il secondo attore, dopo Halle Berry, a indossare panni da protagonista sia in film DC (Green Lantern) che Marvel (e sarà seguito da Ben Affleck). Alla regia l’esordiente Tim Miller, che condivide la stessa passione di Reynolds per il fumetto di Deadpool («Deadpool è più vicino al Tyler Durden di Fight Club che agli X-Men»); i due si sono commossi fino alle lacrime quando hanno visto per la prima volta il costume definitivo dell’antieroe. Anzi, del meta antieroe. Chimichangas per tutti!