Banshee – La città del male – Stagione 1 è una serie tv del 2013, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2014, ideata da David Schickler e Jonathan Tropper.

Un tizio esce di prigione, va al bar a farsi un goccio e si scopa la barista. Poi va a trovare il suo amico parrucchiere/hacker transgender di colore ex compagno di scorribande. Deve aiutarlo a trovare una persona… L’inizio di Banshee – La città del male è un po’ macchinoso, e la trama diventa chiara solo alla fine del primo episodio: 15 anni fa, l’ex galeotto e la sua donna hanno derubato il boss più cattivo di New York, ma non è andata a buon fine. Lui si è fatto 15 anni di galera, lei è scappata col bottino, cambiando nome, città e colore di capelli. Ora lui ha bisogno di sapere dove si nasconde.

Problema: lei in questi anni ha perso la refurtiva e trovato un marito, che fa il procuratore distrettuale della cittadina più sfigata della Pennsylvania ― la (fittizia) Banshee del titolo. Per restarle accanto e capire come e se c’è ancora qualcosa da recuperare (del loro rapporto e di un sacco pieno di diamanti), lui decide di restare nei paraggi e… si finge il nuovo sceriffo della contea. Così, di punto in bianco. Quello vero gli è fortunosamente morto davanti agli occhi nel corso della sparatoria più cretina del mondo.

Questo è il complicatissimo, delirante, incipit di Banshee – La città del male, serie passata su Cinemax, costola più estrema e fracassona del network via cavo HBO. Un crime drama prodotto da Alan Ball (quello di True Blood, Six Feet Under, American Beauty), su un delinquente che si spaccia per sbirro in una cittadina popolata per metà da amish e per l’altra metà da bifolchi più o meno inseriti nel mondo del crimine organizzato (il cui boss, logicamente, è un amish che ha abbracciato il lato oscuro). Il tutto, su un canale che si è autoimposto di mettere almeno tre scopate e uno squartamento a episodio. Genio o cazzata? Ai posteri…