Featured Image

As Bestas – La terra della discordia

2022
Titolo Originale:
As Bestas
REGIA:
Rodrigo Sorogoyen
CAST:
Marina Foïs (Olga Denis)
Denis Ménochet (Antoine Denis)
Luis Zahera (Xan Anta)

Il nostro giudizio

As Bestas – La terra della discordia è un film del 2022 diretto da Rodrigo Sorogoyen.

Antoine (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs), una coppia matura di francesi si trasferisce in un piccolo villaggio galiziano per lasciarsi alle spalle la vita di città.  Lì decidono di ricominciare una nuova vita, più sana e sostenibile, vendendo i prodotti del loro orto e lavorando al progetto di ristrutturare ruderi per farne delle nuove case. La popolazione locale però non vede di buon occhio la loro presenza, in particolare i due fratelli Xan e Lorenzo Anta (Luis Zahera e Diego Anido), proprietari di una piccola fattoria confinante con la loro. Lo scontro si fa sempre più duro, quando Antoine e Olga si oppongono all’installazione di impianti eolici nell’area circostante che potrebbe portare agli abitanti del luogo soldi e nuove prospettive di vita. Presentato fuori concorso nel 2022 al Festival di Cannes e vincitore di nove premi Goya, As Bestas – La terra della discordia di Rodrigo Sorogoyen, arriva a tre anni da Madre (2019) e a sei da Che Dio ci perdoni (2016), dopo il successo della serie realizzata per Disney+ Antidisturbios Unità antisommossa.

As Bestas, il thriller rurale di Sorogoyen, si apre con una splendida scena in ralenti di un cavallo che viene braccato, soffocato, probabilmente ucciso. La bestialità, i conflitti sociali, l’intolleranza portata al parossismo e la violenza primordiale, legge ineludibile che controlla le relazioni umane, sono alla base del nuovo film dell’acclamato regista e sceneggiatore madrileno. Che sia successo qualcosa, dopo la pausa pandemica, è sotto gli occhi di tutti, e l’intolleranza, così come le differenze tra persone, popoli, comunità, si sono accentuate a un punto che sembra quasi intollerabile la convivenza con chi non è come noi. Rodrigo Sorogoyen parte probabilmente da questa riflessione, oltre che da un fatto di cronaca accaduto nel 2010 a Santoalla, quello degli olandesi Martin Verfondern e Margo Pool, vittime delle angherie dei fratelli Julio e Juan Carlos Rodríguez, sfociato nell’atroce delitto di Martin. Sorogoyen proietta quella storia nei personaggi di Antoine e Olga, la coppia francese che fugge dalla città per trovare nella natura la linfa vitale per rinascere e allo stesso tempo per scappare dal progresso, che spesso schiaccia e trasforma l’ambiente modellandolo a proprio piacimento, una parabola sull’impossibilità della convivenza tra popoli e culture diverse.

L’ottusità del popolo progressista, civilizzato, consapevole che il progresso e l’urbanizzazione costringono l’ambiente a una trasformazione forzata, innaturale, a favore del denaro, si scontra con l’ottusità dei fratelli Xan e Lorenzo, che invece vorrebbero scappare da quella terra, grazie a un progetto di riqualificazione per trasformarla in un parco eolico. Una storia che porta alla memoria Il vento fa il suo giro (2005) di Giorgio Diritti, e che per la sua cornice western deve molto al cinema di Sam Peckinpah. Ma la violenza di As Bestas colpisce nel segno perché non si manifesta, ma è quasi suggerita, sussurrata: una tranquilla campagna di paura che cresce come erba malata per diventare territorio di scontri tra ricchezza e povertà, buoni e cattivi, ragione e follia, in cui le sfumature si perdono nei silenzi dei boschi e nei colori abbaglianti del giorno. La minaccia è quasi sempre dietro l’angolo, la ragione lascia presto spazio al pregiudizio che poi diventa persecuzione e infine omicidio. Rodrigo Sorogoyen sa come raccontare questa storia intrisa di odio e contrasti, lasciandoci un sapore amaro alla fine del film. Le bestie, in fondo, siamo sempre noi, con i nostri sogni e le nostre paure, ma anche con l’insopprimibile desiderio di prevaricazione, travestito di giustizia e di riscatto.