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Bloody Calendar

2021
REGIA:
Patrick Ridremont
CAST:
Eugénie Derouand (Eva)
Honorine Magnier (Sophie)
Clément Olivieri (William)

Il nostro giudizio

Bloody Calendar è un film del 2021 scritto e diretto da Patrick Ridremont.

“Attento a quel che desideri” è un monito di cui il cinema horror ha fatto tesoro negli anni, per citare un esempio il Wish Upon di John R. Leonetti del 2017. Bloody Calendar non solo ne riprende l’essenza, ma con furbizia ambienta la sua storia nel periodo dell’anno in cui la concentrazione di speranze e aspirazioni è massima, il Natale. L’idea di fondo quindi è tutt’altro che originale, ma un buon risultato spesso dipende dalle scelte prese e qui lo sfondo natalizio è risultato decisamente vincente, rendendo piacevole la visione. Eva, la protagonista, è un ex ballerina professionista diventata paraplegica a causa di un incidente stradale. La sua vita è molto cambiata da allora, passa le sue giornate tra farmaci, esercizi in piscina e una vita sociale influenzata pesantemente dalla sua disabilità. Per il giorno del suo compleanno, la sua amica Sophie le regala un calendario dell’avvento molto particolare. Proviene da un mercatino dell’usato tedesco, interamente fatto di legno e dagli intarsi raffinati. Come chiunque ne riceva uno, Eva ogni giorno apre una casella e mangia il cioccolatino al suo interno. Non sospetta, almeno inizialmente, che all’oggetto è legato un demone e che quel calendario sarà sinonimo di sacrificio e morte.

Bloody Calendar è un film di Natale perfetto per chi è stufo delle solite commedie natalizie tutte storie d’amore e sorrisi, anche se da tempo la festa comandata per eccellenza non significa più soltanto questo, basti pensare al prototipo per eccellenza dei film horror natalizi ovvero Un Natale rosso sangue del 1974 di Bob Clarke. Da lì una lunga sequela di film in cui Babbo Natale diventa un serial killer, il folklore popolare chiave di lettura per una festa da brividi e omicidi inquietanti disturbano il clima di serenità e familiarità intorno a una tavola imbandita. Il film di Patrick Ridremont ha dalla sua parte una certa inventiva e creatività che non permettono alla noia di far capolino in nessun caso. Inoltre, essendo Eva il perno centrale attorno a cui ruota tutta la vicenda, sarebbe stato un guaio se la sua caratterizzazione fosse venuta meno, ma così non è. Il suo personaggio è ben delineato sia nella vita privata che familiare, quel tanto che basta a far capire quanto l’oggetto maledetto riesca a influenzare la sua quotidianità e il suo futuro, oggetto che tra l’altro va ad inserirsi nell’olimpo dei più raffinati e pericolosi del cinema horror. Pericoloso perché questo calendario maledetto gioca su uno dei punti più deboli dell’essere umano ovvero il lato egoistico che ognuno di noi possiede. Eva è la vittima perfetta di questo inquietante gioco all’ultimo sangue fatto di regole a cui non può sottrarsi e dolcetti dal sapore sinistro.

È una bella ragazza e il futuro sembrava essere roseo per lei, ma destino ha voluto che si ritrovasse su una sedia a rotelle. Proprio lo strumento con il quale lavorava, il corpo, adesso non funziona più. La domanda che ci poniamo, entrando in empatia con lei, è molto semplice e spontanea: quanto saremmo disposti a sacrificare per un nostro tornaconto personale? Bloody Calendar sa essere accattivante, un gioco terrificante al quale si partecipa volentieri. Tecnicamente il film è ben studiato sia a livello registico che fotografico, così da trasmettere angoscia e una certa dose di surrealismo. In particolare, vista la follia dentro cui è inevitabile che la protagonista scivoli a un certo punto sembra quasi di vedere il Darren Aronofsky di Requiem for a dream. Un tocco in più è dato anche dal finale aperto, così da renderci ancora più partecipi.