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Dead Bride

2022
REGIA:
Francesco Picone
CAST:
Jennifer Mischiati (Alyson)
Christoph Hülsen (Richard)
Douglas Dean (Dave)

Il nostro giudizio

Dead Bride è un film horror del 2022 scritto e diretto da Francesco Picone.

Giochiamo inevitabilmente a “Indovina il film” guardando Dead Bride. Il film di Francesco Picone riporta prepotentemente sotto i riflettori una questione molto importante: quella del confine tra omaggio e ispirazione incontrollata. Tanti, tantissimi i film che è possibile ritrovare al suo interno e il problema è proprio questo. Non si tratta di riferimenti velati, ma in alcuni casi vere e proprie scene dell’horror contemporaneo ormai impresse nell’immaginario collettivo e riprese dal regista in tutto e per tutto. Questo non sempre è un problema, ma lo diventa nel momento in cui il film non sembra assestarsi su un binario che possa fargli sprigionare la sua personalità, così da dire la propria all’interno del genere. Dead Bride è la storia di Alyson e Richard, coppia sposata e con un bambino nato da poco di nome Seth. Problemi finanziari e coniugali li costringono a trasferirsi nella vecchia casa che il padre di Alyson le ha lasciato dopo essersi suicidato. Non passa poi molto tempo che la donna comincia ad avvertire strane presenze e gli episodi di paralisi del sonno prendono il sopravvento durante la notte.

Ricordi, traumi infantili e segreti di famiglia riemergeranno, soprattutto legati alla madre che in vita era affetta da turbe psichiatriche. Il pericolo per lei, suo marito e soprattutto suo figlio si intensifica e così Alyson decide di ricorrere all’aiuto di un prete esorcista con cui già in passato la sua famiglia aveva avuto a che fare. Quella di Picone è la classica ghost story in cui i fantasmi del passato ritornano a chiedere conto e ragione di traumi subìti in vita all’ultimo discendente della famiglia. Svecchiare un filone ormai saturo come quello del soprannaturale con fantasmi e presenze demoniache è già un compito arduo in partenza. La scelta di Picone di rifarsi ai classici del genere e al Conjuring Universe, composto sì da film giovani ma ormai marchiati a fuoco nella mente del pubblico, non ha affatto giovato a Dead Bride che, schiacciato dai suoi simili, non trova mai la possibilità di esprimersi e distinguersi. Va bene essere ispirati, va bene guardare indietro e va bene anche omaggiare i maestri, ma nel momento in cui alcune scene vengono prese e trasposte per filo e per segno, allora quanto è sbagliato pensare che il film manchi di inventiva, originalità e creatività? Per noi spettatori diventa quasi un gioco a chi riesce a trovare più riferimenti cinematografici. Alla fine sembra di star guardando un mash-up di roba a livello narrativo che abbiamo già incamerato in anni di cinema di genere.

Un peccato, perché la confezione a livello stilistico, registico e visivo non è affatto male. Picone con la macchina da presa ci sa fare e dirige discretamente il cast, scelto volutamente a livello internazionale per permettere una più ampia distribuzione al film. È un horror a basso budget, ma non si nota, perché tecnicamente molto ben curato a partire dalla fotografia di chiara ispirazione argentiana. Apprezzabile anche la scelta dell’artigianato per la realizzazione degli effetti speciali invece del digitale che ormai sembra la soluzione per tutto. Francesco Picone è sulla strada giusta, sa come creare un’atmosfera suggestiva e sa come gestirla, perché è chiaro che ha studiato la materia (e forse anche fin troppo). Dead Bride soffre di parecchi limiti a livello di scrittura che si ripercuotono sull’equilibrio e coerenza della storia, ma essendo un autore talentuoso c’è da sperare che la prossima volta sappia barcamenarsi meglio sotto tutti gli aspetti, tecnici e narrativi.