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Skam Italia 5

2022
REGIA:
Ludovico Bessegato, Ludovico Di Martino, Tiziano Russo
CAST:
Ludovica Martino (Eva Brighi)
Federico Cesari (Martino Rametta)
Benedetta Gargari (Eleonora Sava)

Il nostro giudizio

Skam Italia 5 è una serie tv del 2022, ideata da Ludovico Bessegato.

Che cosa accade quando più sottotrame e spunti di riflessione si intrecciano continuamente tra loro, inseguendosi e perciò annullandosi reciprocamente? La risposta a questa domanda potrebbe essere: la quinta stagione di Skam Italia, ossia, un fallimento a metà, generato da ottime e coraggiose intenzioni ma sviluppato nel peggiore dei modi, secondo un’ottica non più coming of age, bensì teen drama, facendosi carico di una cupezza emotiva senza precedenti. Che cosa c’è alla base di questa nuova stagione? Una riflessione tanto necessaria, quanto scomoda e molto poco vista (in termini cinematografici e seriali) sull’ipoplasia peniena (o in altri termini, sulla micropenia). Il problema non è dunque rappresentato dalla tematica trattata, bensì dall’errata sensibilità registica, interpretativa e di scrittura che rischia di affossare ciascun episodio, tra sequenze francamente inverosimili (e Skam Italia ha sempre cercato di rappresentare una realtà adolescenziale nuda e cruda) e momenti sospesi fragilmente tra il trash più smaccato e l’involontariamente comico.

Il grosso problema di Skam 5 è che la sua riflessione giunge a noi in maniera forse fin troppo superficiale e molto poco interessata (errore piuttosto clamoroso) all’aspetto carnale della faccenda, concentrandosi sul punto di vista altrui e perciò esterno alla psicologia vera e propria di colui che la vive, Elia (interpretato da un Francesco Centorame cupissimo, il cui volto è segnato costantemente dalle lacrime e dai silenzi che ne annullano la comunicazione verbale e non, tale da produrre una prova in sottrazione eccessiva, post traumatica e in più di un momento involontariamente sopra le righe) che finisce molto presto schiacciato e messo in ombra “dall’altro”. Tornando al punto di partenza, per quale ragione Skam Italia 5 non riesce a raggiungere i livelli delle precedenti stagioni? La risposta è semplice, trame e sottotrame si sommano incessantemente le une alle altre, impedendo ciascun approfondimento che risulterebbe invece necessario. Non a caso nel corso degli episodi si riflette saltando di qua e di là su micropenia, abusi sessuali, AIDS, famiglie disfunzionali, elaborazione del lutto, ecc. Troppa carne al fuoco per una stagione così breve ed impostata quasi soltanto sulla prima tematica, a scapito delle altre. Due i momenti che l’affossano: terzo episodio – la scena della doccia e la vergogna rispetto alla propria condizione, indice di quanto si è distanti ancora dal coraggio stilistico e contenutistico di prodotti seriali quali Euphoria, che tanto ha fatto parlare di sé per una scena pressoché uguale, anche se molto più cruda e giustamente interessata all’esposizione carnale esplicita della faccenda che in Skam viene a mancare.

Settimo episodio – la scena del giro in bicicletta notturno e del crollo emotivo di Elia che per la prima volta si ritrova ad affrontare le conseguenze social della rivelazione attorno alla condizione della micropenia, tenuta nascosta fino ad allora. La camera si concentra su di una lunga serie di primi e primissimi piani del volto di Elia, che segnato dalle lacrime arranca nella notte, lanciando di tanto in tanto, lancinanti e dolorosissime occhiate allo schermo del cellulare, con tanto di Sign of the Times del sempre più chiacchierato Harry Stiles in sottofondo. Una scena che dovrebbe rappresentare il culmine del dramma interiore e che risulta invece qualcosa di difficilmente spiegabile e che conduce rapidamente alla lezione interpretativa sopra le righe, assurda, talvolta nonsense, bizzarra e giustamente comica dell’ultimo Nicolas Cage. Che dramma. Skam Italia 5, se volete riflettere ironicamente, è il prodotto che fa per voi.