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Sir Gawain e il Cavaliere Verde

2021
Titolo Originale:
The Green Knight
REGIA:
David Lowery
CAST:
Dev Patel (Sir Gawain)
Alicia Vikander (Lady/Essel)
Joel Edgerton (Lord)

Il nostro giudizio

Sir Gawain e il Cavaliere Verde è un film del 2021, diretto da David Lowery.

Così come altri festival e uscite importanti e attese, attorno al mese di marzo 2020, a causa della pandemia da Covid-19, il South by Southwest Film Festival – celebre rassegna cinematografica e musicale annuale focalizzata sull’indipendente – viene annullato. In quell’edizione avrebbe avuto la sua anteprima mondiale un film piuttosto curioso e interessante distribuito dalla sempre più forte e riconoscibile casa newyorkese A24, ossia The Green Knight (Sir Gawain e il Cavaliere Verde), l’ultima fatica di David Lowery. Il festival viene annullato e comincia per The Green Knight un lungo cammino di posticipazioni, ritardi e scomparse, fino a che il film ottiene una distribuzione cinematografica limitata alle sole sale statunitensi giungendo a noi direttamente sul catalogo Amazon Prime Video il 16 novembre 2021.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde è ispirato ad un poema cavalleresco del XIV secolo dalla dubbia paternità che ha subito nel corso degli anni rielaborazioni e nuove interpretazioni da parte di autori sempre differenti della letteratura contemporanea. In sostanza è una narrazione molto classica a metà strada tra fantasy sul folklore gallese e inglese e avventura cavalleresca tradizionale. È però opportuno compiere alcune distinzioni tra cui la spinta centrale del poema cavalleresco classico. Sir Gawain e il Cavaliere Verde infatti (tanto l’opera scritta, quanto quella cinematografica) non vede come obiettivo finale del viaggio e degli scontri inevitabili, il salvataggio di un individuo terzo (quasi sempre di sesso femminile e dunque di un amore), bensì quello del protagonista stesso, Gawain, interpretato efficacemente da un solido e per certi versi glaciale Dev Patel. Fin dal principio e dall’assegnazione della missione da portare a compimento viene reso chiaro quanto il film di Lowery voglia farsi altro rispetto a molto cinema incasellato nel suo stesso genere cinematografico. Tutto ha inizio con un macabro gioco – o meglio, proposta – avanzato da un Cavaliere Verde (una figura spaventosa e affascinante a metà strada tra uomo e pianta) che lasciandosi decapitare da Gawain dinanzi all’intera corte di Re Artù stringe un patto di sangue e fiducia con il giovane coraggioso non ancora cavaliere.

Nel giorno di Natale dell’anno a venire, Gawain dovrà raggiungere il Cavaliere Verde nella sua remota Cappella Verde per infliggergli lo stesso gesto, ossia la decapitazione, senza timori e resistenze. Ecco dunque che Lowery, regista particolarmente eclettico che negli anni è stato capace di sperimentare e muoversi con grande efficacia tra generi e film molto distanti tra loro, si ritrova a compiere qualcosa di estremamente originale e anomalo. Ossia il racconto di un viaggio dal feroce respiro metaforico e onirico e dalla ricerca psicologica allucinata e disperata che diviene epica nel contrasto tra ciò che accade e luogo dell’accadimento. Così come metafisica nella presentazione di scenari mentali (perciò temporali e spaziali) e paesaggistici dalla complessa decifrazione, poiché ognuno di essi rappresenta un messaggio, o meglio un dialogo tra Gawain e lo spettatore. Un film che sorprende visivamente nell’offrire una fotografia a cura di Andrew Droz Palermo fortemente cupa e spettacolare, ma che fallisce tuttavia sul piano della scrittura e del messaggio che intende consegnare, poiché schiacciato (considerata la sua presenza decisamente ridotta e poco concreta) dalla magnificenza estetica costruitagli attorno.