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Petrov’s Flu

2021
REGIA:
Kirill Serebrennikov
CAST:
Semën Serzin (Petrov)
Julija Peresil'd (Marina)
Aleksandr Ilin (Viktor Mikhailovich)

Il nostro giudizio

Petrov’s Flu è un film del 2021, diretto da  Kirill Serebrennikov.

Forse il film più controverso ed inintelligibile della 74esima edizione del Festival di Cannes. Pur essendo basato sul romanzo The Petrovs In And Around The Flu (2016) di Alexei Salnikov, una vera e propria linea narrativa non l’ha. Più che altro, è un flusso di coscienza per immagini che accompagna il peregrinare (spesso notturno) nella Russia dei nostri giorni del protagonista (fumettista e garagista), affetto da una grave forma influenzale (specchio dei tempi?), e della sua compagna, una bibliotecaria dagli straordinari poteri paranormali (ma forse si  tratta solo di possessione?), con una spiccata propensione all’omicidio. Intorno a loro deambulano come zombi personaggi che popolano un microsistema degradato e degradante, dove il cittadino comune può essere prelevato senza motivo da un bus e giustiziato a colpi di mitra in mezzo alla strada, tra gli sguardi indifferenti dei passanti. Tutti i  personaggi sono cinici, egoisti, spietati, vigliacchi e, soprattutto, corrotti. Parlano di cose che neanche loro sanno cosa vogliano dire e perdono tempo nel tentativo di riempire il vuoto di una “non vita” che  non porta da alcuna parte. Forse se lo meritano,  ma lo sguardo di Serebrennikov, per quanto cinico, non è moralista. La critica è alla decadenza della società russa, alla spersonalizzazione dei cittadini, allo stesso tempo vittime e complici del sistema, relitti umani che hanno perso l’umanità. Tutto questo  Serebrennikov lo racconta senza raccontare, con la  potenza di quadri in movimento che colpiscono, penetrano e crescono dentro.