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Spiral – L’eredità di Saw

2021
Titolo Originale:
Spiral: From the Book of Saw
REGIA:
Darren Lynn Bousman
CAST:
Chris Rock (detective Ezekiel "Zeke" Banks)
Max Minghella (William Schenk)
Marisol Nichols (capitano Angie Garza)

Il nostro giudizio

Spiral – L’eredità di Saw è un film del 2021, diretto da Darren Lynn Bousman.

Difficile aspettarsi qualcosa da un altro Saw, per la precisione il numero 9, a quattordici anni dal capostipite, quindi bisogna creare curiosità, magari puntando su qualche ritorno storico e inserendo elementi inediti. Per i nostalgici c’è quindi Darren Lynn Bousman, che se non è James Wan, di sicuro è il padre morale di Saw, avendone diretto tre capitoli di fila e firmato tra questi il tassello considerato inferiore solo al capostipite (Saw 3). Per l’effetto curiosità abbiamo come protagonista Chris Rock. Lo stand-up bro è immaginabile in tanti generi, non solo lo strapparisate hip-hop o la commedia romantica. Funzionerebbe in un film d’azione o in un avventuroso, magari come spalla di un qualche cazzuto novello Indiana Jones… ma protagonista di horror violento è una sfida inaspettata, considerando oltretutto che è stato lo stesso Chris Rock a firmare il soggetto del nuovo Saw! Purtroppo Rock è anche il limite più vistoso di Spiral. Finché si limita a cianciare battute sarcastiche a manetta e a fare il personaggio che tutti conosciamo va pure, ma dal momento in cui il cattivone comincia a picchiar pesante, portandogli via il migliore amico e seminando morte e dolore intorno a lui, le sue espressioni rabbiose e sofferte suscitano solo un grande imbarazzo e qualche risata mal repressa.

La sceneggiatura non parte da una grande idea, questo già di suo va detto: Saw l’enigmista è morto ma c’è un copycat. Wow, ce ne voleva, eh?! Darren Lynn è un regista di talento, l’ha dimostrato anche in progetti assai personali come Repo – The Genetic Opera (2008) oltre al durissimo remake del tromiano Mother’s Day (2011). Visti i risultati di Spiral però viene da pensare solo a una fonte di ispirazione per il suo ritorno: the fucking money. O magari, certo, la gran voglia di lavorare con quel simpaticone di Chris Rock e il peso massimo Samuel L. Jackson, nell’interpretazione di un insaccato. Più i soldi. Insomma, già l’idea di partenza è scarsina, ma la sceneggiatura di un certo Pete Goldfinger (esisterà davvero un tipo con un nome così?) e l’ex Disney post-prandiale Josh Tolberg, raggiunge livelli tali di prevedibilità e luoghi comuni, da rendere quasi sorprendenti gli altrettanto scontati colpi di scena della seconda parte. Spiral – L’eredità di Saw è stato realizzato nel 2019, in tempi pre-Covid, ma a causa della pandemia ha skippato l’uscita fino al 2021.

Nonostante il mondo sia radicalmente cambiato a livello sociale, pare che la gente abbia risposto con grande interesse a un nuovo film sull’Enigmista, cosa che ci condanna all’attesa di un ulteriore capitolo, Saw X, reso necessario anche dal finale apertissimo, ma così aperto che ci si sarebbe aspettati la scritta “continua” sotto, con tre puntini di sospensione. Tornando a Chris Rock, della sua prova colpisce l’eccessiva sudorazione fisica, sia intorno alle ascelle che al collo. A momenti viene da pensare che lo bagnino per accentuare ancora di più l’effetto soffocante del giacca e cravatta d’ordinanza che i detective sono costretti a sfoggiare a qualsiasi temperatura. Ma ci sono anche parecchi ventilatori accesi intorno ai personaggi e persino due bambini che si schizzano usando un idrante, stile Sleepers. Questo per dire che il caldo non vuole soltanto essere un elemento ambientale con cui rendere ancora più teso ed esasperato il conflitto tra Rock (che nel film si chiama Zeke) e il nuovo Saw, ma è un rimando ansiogeno alla sempre più alta temperatura delle estati americane e al babau del riscaldamento climatico, centrale in ogni angolo mediatico prima che il Covid ci distraesse verso altri cataclismi e paranoie.