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Offerta alla tormenta

2020
Titolo Originale:
Ofrenda a la tormenta
REGIA:
Fernando González Molina
CAST:
Marta Etura (Amaia Salazar)
Leonardo Sbaraglia (Juez Marikina)
Paco Tous a (Dr. San Martin)

Il nostro giudizio

Offerta alla tormenta è un film del 2020, diretto da Fernando Gonzáles Molina.

L’ispettore capo Amaia Salazar (Marta Etura) torna nella Valle del Baztan, dove l’uccisione di diverse bambine neonate cattura l’attenzione delle sue indagini. Le morti sono da ricollegare ad un’organizzazione oscura più radicata del previsto, talmente popolare da mettere in discussione i valori dell’intero paese. Il razionalismo di Amaia verrà travolto dalle superstizioni del luogo, in particolare da quelle legate al demone Inguma, “colui che ruba il respiro”. La verità va dunque cercata nella violenza dell’uomo o nel potere di forze sovrannaturali?  Ma come si può uccidere un bambino?” titolava un vecchio film spagnolo. Ma se nel cult movie di Narciso Ibanes Serrador erano i bambini a rivoltarsi sugli adulti, adesso le cose tornano alla normalità (più o meno), e la prole non può nulla rispetto alle violenze ritualistiche dei genitori. Terzo capitolo della fortuna saga del Baztan, che in Spagna ha spopolato dapprima nelle librerie e poi in sala, Offerta alla tormenta si pone come seguito diretto dei precedenti Il guardiano invisibileInciso nelle ossa.

Da qualche anno, il regista Fernando Gonzales Molina sta tentando di cancellare il ricordo di una fedina sporchissima, una filmografia dall’inizio peccaminoso: l’opera prima è Fuga de cerebros, poi ripresa da Paolo Ruffini, cui fece seguito la versione spagnola di Tre metri sopra il cielo, in un triste rimbalzo tra la cinematografia spagnola e quella italiana, quando la nostra produzione ha toccato il fondo. Adesso Molina è passato ad un cinema commerciale più dignitoso, ma non certo ricco di personalità. Prolisso, stanco e stancante, Offerta alla tormenta chiude una trilogia insipida con desolante coerenza. Nell’arco di un tempo eccessivo (ben 139 minuti), la detective Marta Etura si ritrova tormentata dalle indagini: il massacro di neonati sconvolge il paese, forse espressione di una setta violentissima, dedita ai sacrifici umani, e i risvolti sono apparentemente soprannaturali. Ma in questa tormenta c’è ancora spazio per i drammi personali, così la detective si lascia trasportare da passioni del passato e torna su ferite mai rimarginate, come quella lasciata dalla madre scomparsa.

Tra continui colpi di scena e con qualche rapido dettaglio gore, l’ultimo film di Molina fa dell’accumulo la sua grande debolezza: la sceneggiatura, che scorre sicura su binari già percorsi dal romanzo di Dolores Redondo, è alla continua e disperata ricerca dello spettacolare, ma conquista solo gli sbadigli del pubblico. Tecnicamente valido, con una fotografia ed un montaggio di mestiere ma convincenti, Offerta alla tormenta non scade mai nel brutto più indicibile, ma si mantiene in quel limbo deprimente tra il ben fatto e l’anonimato, dove d’altronde questa saga si è sempre collocata. Ma almeno, è finita.