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Mon tissu préféré – Sguardi Altrove Film Festival

2018
Titolo Originale:
Mon tissu préféré
REGIA:
Gaya Jiji
CAST:
Manal Issa (Nahla)
Ula Tabari (Madame Jiji)
Metin Akdülger (The dream man)

Il nostro giudizio

Mon tissù preferé è un film del 2018, diretto da Gaya Jiji.

Quando l’opprimente cappa del destino incombe inesorabile sul viale dell’esistenza, vi sono due opzioni: o accettare di buon grado quel che viene, senza sé e senza ma, oppure tentare di fuggire, se non fisicamente almeno col cuore e con la mente, cercando nuove isole felici in cui attraccare. Ed è appunto in uno di questi porti dell’immaginazione che la giovane e irrequieta Nahla tenta di rifugiarsi nel momento in cui il suo sogno di abbandonare una Damasco dilaniata dalle prime scintille della Primavera Araba s’infrange miseramente per suo stesso volere, non appena il suo promesso (e imposto) sposo Samir viene dirottato verso la docile sorella Myriam. Quando tutto sembra ormai perduto e la prigionia casalinga appare come l’unico futuro possibile, la ragazza, tutt’altro che disposta ad accettare compromessi di qualsivoglia genere, pare trovare uno spiraglio di luce nella strana amicizia con la chiassosa e deflagrante vicina di casa Jiji, professionista dell’amor carnale pronta a condurre la giovine alla scoperta dei propri autentici e profondi desideri. Gaya Jiji si trova ad affrontare un intenso racconto di vita tormentata in un paese ancora schiacciato nel giogo dei tabù e pesantemente provato dai calcinacci di una rivoluzione storica tutt’altro che compiuta. L’impervia strada che la talentuosa cineasta siriana, qui impiegata anche davanti all’obiettivo, si trova ad affrontare con Mon tissù preferé è chiaramente illuminata dal caldo sole del dramma sociale al sapore intimista, annaffiato qua e là da sprazzi di realismo magico decisamente lontani dai divertissement felliniani. Ne scaturisce una storia di passioni, desideri e tanta, tanta immaginazione, la stessa che porta la protagonista a dimenticare per un attimo la Storia che continua a fluire inesorabile sullo sfondo per concentrarsi su sé stessa e sulle proprie fantasie. Ma, si sa, la Storia non può essere dimenticata, specie se accade in tempo reale. Ed è così che Nahla si scopre essa stessa protagonista di eventi che lasciano profonde cicatrici sociali e culturali. Una pellicola – in concorso nella sezione “nuovi sguardi” dello Sguardi Altrove Film Festival – ad altezza donna, una storia quasi esclusivamente in rosa in cui gli uomini o sono assenti o si palesano sotto forma di ricordo o di sensuali principi azzurri immaginari, simboli al contempo del desiderio carnale e della voglia di libertà. Un film dove gli interni casalinghi, resi ancora più angusti dai piani fissi e da un montaggio dilatato, si concedono totalmente a rafforzare il valore delle immagini e delle parole, siano esse reali o semplicemente immaginate.