Metro Manila è un film del 2013 diretto da Sean Ellis.

Oscar, agricoltore con un passato nell’esercito, di fronte alle condizioni insostenibili della vita in campagna, decide di portare la sua famiglia a Manila. L’impatto con la metropoli è devastante: Oscar è vittima di raggiri e lavori sottopagati, mentre la moglie è costretta a lavorare in uno strip club. Poi, la svolta; Oscar ottiene un lavoro di guardia giurata per una compagnia di portavalori. è un lavoro rischioso, ma la paga è buona e il suo capo Ong lo prende in simpatia dimostrandosi molto generoso con lui e la sua famiglia.

Quando scopre che Ong ha in mente un piano per derubare uno dei clienti della compagnia, Oscar è costretto a prendere una terribile decisione: rimanere fedele ai suoi valori e tradire il suo protettore, o diventarne complice? Diciamolo subito: il regista Sean Ellis, quello di Cashback e Broken ci è sempre sembrato un bel furbetto, specializzato in film ruffiani, esteticamente inappuntabili ma fondamentalmente vuoti.

Ecco, Metro Manila è tutt’altra cosa e ci costringe a rimangiarci quanto detto finora su di lui. Perché, aldilà della solita confezione deluxe, questo racconto dickensiano/noir in salsa filippina tocca le giuste corde emotive, con un bel mix di tensione, dramma e commozione. Colpo di culo o effettiva maturità? La risposta l’avremo forse nel suo prossimo film, ma per il momento non resta che apprezzare questo suo cimento, che si è portato a casa il premio del pubblico allo scorso Sundance.