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I Trapped the Devil

2019
Titolo Originale:
I Trapped the Devil
REGIA:
Josh Lobo
CAST:
Scott Poythress (Steve)
AJ Bowen (Matt)
Susan Burke (Karen)

Il nostro giudizio

I Trapped the Devil è un film del 2019, diretto da Josh Lobo.

È proprio vero che il fascino di certe storie risiede nella loro semplicità. Aldilà delle ovvie disparità che esistono tra lungometraggio e cortometraggio, tra serial tv e film, la regola del “semplice ma efficace” vale oggi per lo storytelling cinematografico e televisivo come valeva 50 anni fa. L’utilizzo di intuizioni e svolgimenti concisi e immediati è stato la fortuna di un certo numero di produzioni di genere fantastico e non, dalle antologie horror ad episodi degli anni ‘60/’70 alla Tales from the Crypt fino alle short stories surreali de Ai confini della realtà. È un tipo di formattazione narrativa che l’americano Josh Lobo, alle prese con la sua opera prima, sembra conoscere bene. I Trapped the Devil, questo il titolo del suo lungometraggio, parte così, con un incipit diretto e lineare un po’ alla Twilight Zone: un uomo e la sua compagna decidono di festeggiare il Natale presso il fratello di lui, solo per scoprire che quest’ultimo ha intrappolato in cantina quello che ritiene essere il Diavolo in persona. Si parla dunque di entità demoniache e spiriti maligni, seppur in un’ottica decisamente più intuitiva che dimostrativa.

Sulla quasi totalità della (breve) pellicola regna una sorta di “less is more”, coerente con l’impostazione visiva del cinema horror indie attuale, che dà al regista lo spazio sufficiente per costruire con cura personaggi e atmosfera. Di vitale importanza, da questo punto di vista, risultano l’attenzione di Lobo per la gestione degli spazi e della tensione e la sua capacità di dirigere gli attori in un’ottica di caratterizzazione che va oltre quella più semplicemente macchiettistica: i suoi personaggi, lungi dall’esser particolarmente originali, si muovono e agiscono in maniera realisticamente ancorata alle dinamiche relazionali in atto e brillano di una concretezza fuori dal comune (un plauso in particolare va a Scott Poythress che, nel ruolo del fratello del protagonista, porta sulle spalle buona parte dello svolgimento della pellicola). L’impostazione narrativa ricorda, nella sua tendenza a dilatare i tempi e a celare piuttosto che a mostrare, l’approccio con cui Ti West tesseva le fila del suo The House of the Devil (con cui il film di Lobo condivide, oltre al “Devil” del titolo, la presenza di AJ Bowen nel cast). Ad una costruzione della tensione così lenta e accurata, però, deve seguire necessariamente uno scioglimento che giustifichi tale progressione: è proprio qui che I Trapped the Devil inciampa.

Laddove West, dopo aver utilizzato gran parte del film per settare il tono e creare tensione, riusciva nel finale sanguinoso e concitato a ripagare l’attesa dello spettatore, Lobo fatica a trovare una direzione che riesca a dare consistenza all’ultimo atto della pellicola. La scelta di relegare alle ultimissime sequenze quella che dovrebbe rappresentare la soluzione dell’intero arco narrativo, lasciando lo spettatore nel dubbio per la quasi totalità del film, risulta purtroppo in un mancato pay-off della costruzione drammatica e abbandona l’intera vicenda ad un’ambiguità che, nonostante le premesse, è difficile definire soddisfacente. Un’occasione mancata insomma: quello di Lobo è in definitiva un film tanto teso e atmosferico quanto inconsistente e frustrante, che punta tutto sul crescendo per poi all’ultimo inciampare nel vuoto e compromettere parzialmente il risultato finale. I Trapped the Devil rimane comunque una pellicola non priva di spunti interessanti che potrebbe rappresentare per il regista americano un punto di partenza più che valido per il suo passaggio dal mondo indie underground a, evoluzione e crescita artistica permettendo, quello del cinema horror più popolare.