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Demon Hunter

2016
Titolo Originale:
Demon Hunter
REGIA:
Zoe Kavanagh
CAST:
Niamh Hogan (Taryn Barker)
Alan Talbot (Beckett)
Michael Parle (Falstaff)

Il nostro giudizio

Demon Hunter è un film del 2016 diretto da  Zoe Kavanagh.

Da sempre si vocifera che il diavolo sia, in realtà, donna; ma cosa accadrebbe se la femmina in questione fosse demonio e cacciatrice dell’oscuro allo stesso tempo? Binomio che affligge Taryn Barker (Niamh Hogan), protagonista darkettona, arrestata all’inizio del film dopo aver decapitato un uomo a suon di katana in quanto, a detta sua, trattavasi di un demone. Durante il colloquio con l’incredulo detective Beckett (Alan Talbot), gli occhi pesti di eyeliner della ragazza lasciano trasparire vendetta e sensi di colpa, sentimenti scaturiti dalla tragica morte della sorella minore, rapita e uccisa brutalmente un pomeriggio in cui avrebbe dovuto essere sotto la sua custodia. Taryn diventa cacciatrice di demoni dopo aver scoperto che la sorellina è stata vittima di un oscuro sacrificio. Per farlo suggella un mefistofelico patto con Falstaff (Michael Parle), sinistro essere che le dona poteri sovrannaturali, non senza effetti collaterali: a poco a poco le forze oscure cercheranno di dominare mente e azioni della ragazza.

Demon Hunter

Demon Hunter è il primo lungometraggio scritto e diretto (nonché finanziato) da Zoe Kavanagh, giovane irlandese con un aspetto molto simile a quello della sua protagonista, fan dei grandi cult horror, non  a caso il cognome dell’eroina omaggia Clive Barker. Il risultato è un prodotto dichiaratamente indie che sembra attingere dal mondo dei fumetti e videogiochi, a partire dalla protagonista che con il suo aspetto ricorda tanto i personaggi di Scott Pilgrim vs. the World o Kick-Ass, così come i suoi amici decisamente geek. Una tipa tosta, impassibile alle domande dei poliziotti, costretti poi a crederle, una volta che il distretto tracollerà di demoni, soprattutto Beckett: Taryn diventerà l’unica via di salvezza per liberare sua figlia, rapita dai signori oscuri.

Demonn Hunter

Il tentativo sembra essere quello di riecheggiare alcune pellicole anni ’80 tramite l’uso di neon colorati, basi elettroniche e/o metal, un’atmosfera permeata da creature (teoricamente) orrorifiche  che, tuttavia, non riesce a prendersi sul serio, finendo per diventare un’allegra avventura fantasy. Dopo essere cresciuti sotto il segno di Baffy l’ammazza vampiri, ci si aspettava un po’ più di azione da una caccia demoni per professione, pochi sono i combattimenti e velocissime le scene iper tagliate in cui vediamo Taryn armeggiare un po’ goffamente con katana e  stelline ninja. Probabilmente Kavanagh voleva puntare più sulle lotte interiori, ricostruite attraverso continui flashback, quelle dell’eroina contro i suoi demoni personali che combatte il male con il male, una visione che non guasta ma nemmeno gratifica. Peccato perché un titolo come Demon Hunter suggeriva qualche presenza malefica in più, o per lo meno degli effetti speciali degni di essere chiamati tali. C’è da dire che quando si parla di anni ’80 e di Demoni, saltano subito alla mente quelle sublimi creature di Sergio Stivaletti…