Featured Image

Dead Awake

2016
Titolo Originale:
Dead Awake
REGIA:
Phillip Guzman
CAST:
Jocelin Donahue (Kate Bowman & Beth)
Jesse Bradford (Evan)
Lori Petty (Dr. Sykes)

Il nostro giudizio

Dead Awake è un film del 2016, diretto da Phillip Guzman

Con il termine “paralisi ipnagogica” (profanamente definita paralisi del sonno) si è soliti indicare un particolare disturbo del sonno (da non confondersi con il ben più comune terrore notturno) in cui un dormiente, in seguito a un improvviso risveglio, si trova completamente immobilizzato e assalito da un opprimente senso di soffocamento, il tutto mentre un crescente panico si unisce alla percezione di minacciose presenze che sembrano incombere nel buio. Con un tasso d’incidenza di oltre il 40% sull’intera popolazione mondiale, questa inquietante e suggestiva sindrome non ha mancato di alimentare numerosi (e spesso fantasiosi) tentativi di spiegazione, da quelli più marcatamente scientifico-razionali che parlano di un’innaturale sovrapposizione fra lo stato di veglia e di sonno causata da uno squilibrio ormonale, al versante delle leggende metropolitane capaci di tirare in ballo l’intero campionario di demoni e presenze fantasmatiche in grado di agire col favore della notte, partendo dagli incubi e dalle succubi della cultura ebraico-mesopotamica e giungendo alla Baba-Jaga slava e gli Hyōirei nipponiciEd è proprio a questo secondo suggestivo e cinematograficamente promettente versante che sembra voler guardare Dead Awake, quarta fatica di Phillip Guzman e prima vera incursione horror del cineasta dopo l’onesto action-thriller The Lawless (2007) e  il pretenzioso dramma Desdemona: A Love Story (2009), un coraggioso tentativo di trasporre in forma filmica una delle esperienze più incubotiche dell’esistenza umana.

dentro 1

Tuttavia il risultato finale appare obiettivamente alquanto insipido e troppo spesso ridondante, non solo per l’inconsistenza e la banalità della sceneggiatura firmata da Jeffrey Reddick, ma anche (e soprattutto) a causa della stessa regia, eccessivamente improntata sulla ricerca dell’ormai asfittico jupscare e incapace di dar forma originale a un’idea che, tutto sommato, avrebbe potuto anche risultare interessante e ricca di possibilità. La narrazione si concentra sul disperato tentativo messo in atto dalla giovane Kate (la Jocelin Donahue di La casa del Diavolo e Insidious 2) di far luce sulla terribile morte della sorella gemella Beth, apparentemente vittima di un inspiegabile soffocamento notturno che potrebbe essere in qualche modo legato a un ossessivo terrore a lungo manifestato dalla ragazza per la fase del sonno. Grazie all’aiuto di Evan (Jesse Bradford), l’ex fidanzato della sorella, e dell’eccentrico dottor Davies (Jesse Borrego) che aveva in cura la giovane, Kate verrà in contatto con una sconvolgente verità incentrata su di una pericolosa e ancestrale entità malefica pronta a ghermire durante le ore notturne.

dentro 2

Se la materia narrativa può essere considerata già di per sé ricca di spunti e suggestioni – così come ben dimostrato da Rodney Ascher con il suo spaventoso documentario The Nightmare (2015) –, il maldestro tentativo di messa in scena compiuto da Guzman si rivela più che fallimentare, ricorrendo a soluzioni narrative alquanto insipide e a un’imbarazzante caratterizzazione della presenza malefica che non manca di dispiegare l’intero campionario delle entità biancovestite e nerocrinite figlie della stirpe asiatica di Sadako/Samara – senza poi contare l’inutile reiterazione verso il male letale che infetta la fase onirica di cui Freddy Krueger detiene ormai il copyright ufficiale –, riducendo il tutto a un ennesimo esercizio d’intrattenimento pronto a intasare lo scarico ormai saturo delle produzioni di genere.