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Tyrant: la terza stagione

2016
Titolo Originale:
Tyrant
CAST:
Adam Rayner (Bassam "Barry" Al-Fayeed)
Jennifer Finnigan (Molly Al-Fayeed)
Ashraf Barhom (Jamal Al-Fayeed)

Il nostro giudizio

Tyrant – Stagione 3 è una serie tv ideata da Gideon Raff e Howard Gordon

È una bella bomba, Tyrant – Stagione 3, scritta e prodotta da Gideon Raff, l’israeliano grazie al quale abbiamo visto e vedremo Homeland. Bomba nel senso positivo, perché il terzo segmento di Tyrant fa deflagrare un sacco di cose, in maniera molto violenta e virulenta, corroborando la filosofia che era già stata delle prime due stagioni, ma adesso, credo, in modo ancora più intenso. Ho usato, parlando del primo Tyrant, la metafora dei piatti e dei sapori orientali molto speziati che al palato occidentale non risultano affatto sgradevoli, una volta fatta l’abitudine. E confermo quella diagnosi. Dove eravamo rimasti, quindi? Eravamo alla pistolettata esplosa dalla moglie del figlio, che ha colpito Jamal, il regnante dello Stato di Abbudin, sotto gli occhi di tutti i suoi cari (si fa per dire) e della popolazione, durante una pubblica cerimonia. Il tiranno non è però trapassato, lotta in ospedale tra la vita e la morte. Al suo posto, deve salire in carica il fratello, il buon Bassan, il quale non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che è successo che si ritrova tra le mani le redini del regno. Presidente ad interim, nocchiero controvoglia, Bassan cioè Adam Rayner, indice elezioni democratiche, mentre dentro e fuori il palazzo si allacciano intrighi  e sotterranee alleanze e mentre il Califfato procede nei suoi piani sanguinari orditi da Abu Omar, al cui fianco appare lo sfregiato Ihab Rashid (Alexander Karim), il nero che ha giurato vendetta contro Bassan che ritiene responsabile della morte di sua moglie.

Dalla seconda puntata di Tyrant – Stagione 3 cominciano a succedere eventi di rilevante portata melodrammatica. La Madre delle Lacrime Moran Aitias, Leila Al-Fayeed, ha preteso e ottenuto da Bassan di diventare Ministro degli esteri di Abbudin e ogni volta che il suo sguardo incrocia quello del cognato schizzano le scintille dell’antica passione. Daliyah Al-Yazbek (interpretata da quella donna di incredibile bellezza e sensualità che è Melia Kreiling) per la quale il cuore del nuovo regnante continua a battere (e lo capiamo), viene messa a capo di una commissione Verità e Dignità. Molly, la moglie di Bassan, è catapultata anche lei nel melodramma più cupo e feroce alla fine della terza puntata, quando la figlia Emma (Anne Winters) viene sventrata dal nero sfregiato e i genitori assistono alla scena in diretta dalla telecamera di un drone. Il colpo è bassissimo e inaspettato, tanto più che il cadavere della ragazzina, nudo, viene, il giorno dopo, lasciato in pasto ai corvi. La bionda Jennifer Finnigan va fuori di testa e dopo avere capito che è lì lì per buttarsi giù dal palazzo, sceglie di ricoverarsi in una clinica tedesca. Via lei, nella vita provatissima di Bassan – che ha dato l’ordine di bombardare il Califfato ma l’azione si è risolta in un eccidio di bambini: la realtà romanzesca, come suol dirsi – si apre il varco perché rientri la Kreiling, con la quale, nell’episodio 5, farà la scopata della sua vita. Invidia.

Ma succedono un sacco di altre cose nel prosieguo di Tyrant – Stagione 3, alcune delle quali non vanno dette, ad esempio quel che accade contemporaneamente alla morte di Emma e che ha come protagonista il figlio di Moran Aitias, Ahmed (Cameron Gharaee): un colpo di scena importante, sostanziale, sebbene giocato in maniera un po’ pedestre e sottotono rispetto a come avrebbe meritato. E poi, certo, c’è il grande utilizzo che viene giustamente fatto del privato di Moran Aitias, una tigre imperiale che tesse trame amorose con Chris Noth, generale americano arrivato a corte per curare gli interessi militari e politici a stelle e strisce ad Abbudin, e innamorato perso di lei. Tra i nuovi personaggi che entrano, c’è la sorella della Aitias che appoggia la sua scalata al potere politico (Basma, alra sventola monumentale), c’è il leader religioso Hussein (Khaled Abol Naga) con il quale Leyla stringe un alleanza elettorale, inimicandosi Bassan,  e che ha per moglie la bellissima Annet Mahendru (vista in The Americans) e c’è la radiante Halima (Olivia Popica), una giovane attivista filogovernativa. Le prodezze di letto del figlio di Bassan, Sammy (Noah Silver) con i maschietti sono, poi, molto più esplicite che in passato e non è che siano cose che si trovano in ogni serie. Quel che arriva a compiersi nel giro delle dieci puntate sarà comunque definitivo, perché la Fox ha deciso di non rinnovare Tyrant, a causa dei scarsi ascolti. E ci dispiace, perché questa ultima stagione è girata a ritmi molto alti e per tanti aspetti è avvincente e ben governata.