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La mano che nutre la morte

REGIA:
Sergio Garrone
CAST:
Klaus Kinski (Prof. Nijinski)
Katia Christine (Masha / Tanja Nijinski)
Marzia Damon (Katja Olenov)

Il nostro giudizio

La mano che nutre la morte è un film del 1974, diretto da Sergio Garrone.

Klaus Kinski è il protagonista assoluto di due film gemelli girati back to back e coprodotti con la Turchia: Le amanti del mostro e La mano che nutre la morte. Più o meno gli stessi attori, stessi costumi, stesse location. Così almeno sembrerebbe. La verità potrebbe essere un’altra: una verità nascosta per motivi di coproduzione. Oppure ci troviamo davanti a un’operazione commerciale “all’italiana”, condotta alle spalle della coproduzione turca. I misteri sono molti. Primo: perché in Italia i due film risultano prodotti solamente dall’italiana Cine Equipe di Amedeo Mellone e non vi è nessuna traccia della compartecipazione turca? Secondo: perché, nonostante alcuni ruoli principali siano interpretati da celebri attori turchi come Erol Tass e Ayhan Ibyk, nei titoli di testa e di coda troviamo accreditati solo nomi italiani? Nomi, tra l’altro, di piccole caratterizzazioni come quelle di Osiride Pevarello e Amedeo Timpani.

La risposta potrebbe essere questa: che in realtà si girò un solo film, per l’esattezza La mano che nutre la morte, così come risulta dalle fonti turche (Olumun Nemesi), dal quale poi la distribuzione italiana pensò bene – all’insaputa probabilmente della compartecipazione turca – di realizzarne due, aggiungendo materiale girato in Italia (per l’esattezza in un villaggio fatiscente utilizzato spesso negli spaghetti western). Una prova di questo potrebbe essere anche la presenza di sequenze identiche nei due film, ma con inquadrature e ciak differenti (si veda la scena in cui due innamorati vengono aggrediti nel bosco “in soggettiva”: in La mano che nutre la morte l’assalitore è l’ ”orco” Erol Tass, mentre in Le amanti del mostro è il pazzo furioso Klaus Kinsi). Oppure il momento in cui Kinski, Kathia Christine e Ayhan Ibyk sono a colazione sul terrazzo della villa: una sequenza che passa da un film all’altro praticamente identica (tranne qualche piccolo stacco), ma completamente ridoppiata, poiché mentre in un film la donna è moglie di Kinski, nell’altro è la fidanzata di Ibyk.

Altro elemento che confermerebbe questa ipotesi è l’uso ripetuto della controfigura di Kinski, come nel corso delle varie fasi dell’operazione in laboratorio di La mano che nutre la morte, oppure nella scena finale di Le amanti del mostro dove Kinski viene ucciso mentre tenta di liberare un poveretto dalla forca. E il dettaglio degli occhi di Kinski viene inserito nell’uno e nell’altro film a seconda della necessità. Resta comunque il fatto che ci troviamo di fronte al canto del cigno del cinema gotico italiano, anche se la mano di Garrone è stanca e approssimativa, e quindi i difetti abbondano. Le amanti del mostro avanza senza inventiva, in maniera tediosa; La mano che nutre la morte risulta invece più divertente per le sequenze gore e per la presenza delle graziosa Marzia Damon in un ruolo più consistente – anche se le incongruenze di sceneggiatura sono più evidenti in questo secondo film.