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The tribe

2014
Titolo Originale:
The tribe
REGIA:
Myroslav Slaboshpytskkiy
CAST:
Hryhoriy Fesenko (Serhiy)
Yana Novikova (Anna)
Roza Babiy (Svetka)

Il nostro giudizio

The Tribe è un film del 2014, diretto da Myroslav Slaboshpytskkiy.

Primo lungometraggio del regista ucraino Myroslav Slaboshpytskkiy che già si era messo in luce per i suoi corti, The Tribe è stato senza dubbio uno dei più potenti debutti del Festival di Cannes del 2014, dove si è aggiudicato il gran premio della Semaine: un’opera davvero notevole per capacità e originalità. Interpretato interamente nella lingua dei segni, ma comprensibile a tutti, testimoniando quella che si chiama l’universalità del cinema, The Tribe è la storia di un giovane adolescente, Sergei (Grigoriy Fesenko), sordo e muto, che entra in un collegio speciale ed è costretto a subire il nonnismo di una banda che organizza traffici e prostituzione, sia all’interno che all’esterno della scuola. Sergei riesce a scalare i ranghi del gruppo, ma si innamora della giovane Anna (Yana Novikova), un membro della gang, che vende il suo corpo per sopravvivere e potere, un giorno, lasciare l’Ucraina.

L’intero film si svolge in un ambiente popolato da bambini e adulti sordomuti, studenti e insegnanti, una micro società che riproduce l’ordine e il caos di un intero Paese, ed è composto dal succedersi di lunghi piani-sequenza all’interno dei quali i movimenti dei protagonisti sono perfettamente coreografati. Il silenzio che regna nel film non fa che accentuare la sua tristezza e la violenza. Si può forse giudicare come limite una certa posa nella rappresentazione frontale degli atti sessuali – simulati – già vista altrove, o la scena impressionante in un bagno quando Anna decide di abortire. Ma The Tribe ha un potere di sorpresa continuo che gli impedisce di cadere nell’esercizio di stile formalista e freddo e guida lo spettatore in un viaggio fisico che documenta la profonda disperazione di tutto un Paese e non solo di una certa categoria della popolazione che vive in un’autarchia sensoriale ma è costretta a combattere e ad affrontare la legge per sopravvivere, come tutti gli altri.

The Tribe ricorda Scum di Alan Clarke e i film di Ulrich Seidl. La sua natura pessimista e il carattere sordido di alcune scene non impediscono la precisione dello sguardo del regista e il suo amore per i suoi due protagonisti principali. Con punte di umorismo e una conclusione brutale e memorabile.