What the Waters Left Behind: il nuovo film degli Onetti bros

Un Non aprite quella porta argentino

Si intitola What the Waters Left Behind (in originale Los Olvidados) verrà presentato in anteprima mondiale al prossimo Festival di Sitges ed è stato diretto dai fratelli Onetti, Nicolas e Luciano, i due argentini che hanno fatto parlare di sé per il loro film-omaggio al thriller italiano anni Settanta Francesca. Quel che le acque hanno lasciato indietro è invece un remake (assai poco camuffato) di Non aprite quella porta, con puntualissime citazioni, quasi alla lettera, del capolavoro del compianto Tobe Hooper. Così, mentre da chi ha già avuto modo di vedere Leatherface arriva l’incredibile notizia secondo cui si tratterebbe del migliore film della saga dopo il capostipite, sale la febbre dell’attesa anche per questo reimagining degli Onetti, anticipato già da qualche mese dal trailer, che mette molta carne (umana) al fuoco.

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L’idea di What the Waters Left Behind ai due registi è venuta pensando a una località della loro terra che è una specie di equivalente argentino di ciò che per la Russia è la città abbandonata di Prypiat. Epecuen era, fino a un quarto di secolo fa, una ridente cittadina ai bordi di un grande lago salato. L’anno orribile fu il 1985, quando a seguito di un temporale che coronava un inverno particolarmente piovoso, gli argini del lago cedettero rovesciando su Epecuen un apocalisse liquida che la sommerse totalmente. La località è rimasta per anni sommersa. Poi le acque, in tempi recenti, si sono ritirate rivelando uno scenario allucinante. Ed è in questo posto desolato e dimenticato da Dio che si ambienta la storia del nuovo film.

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 Victoria Maurette, Pablo Guisa Koestinger, Victorio D’Alessandro e Mirta Busnelli sono quattro ragazzi argentini in rotta verso Epecuen dove hanno deciso di andare a girare un documentario. Una volta in loco, apprendono a proprie spese che tra quelle rovine e devastazioni non sono soli: un gruppo di folli ha fatto del posto la propria casa e non tollera intrusioni. Non aprite quella porta mescola l’ispirazione a Le colline hanno gli occhi, per un risultato che, sulla carta, ci sembrerebbe già visto mille volte. Ma l’asso nella manica dei due fratelli argentini, come hanno dimostrato le loro opere precedenti, sta nella tecnica. Il poco che capiamo dal trailer ci fa sperare molto bene…