Totò a nudo

Scene piccanti nei film del Principe della risata
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Totò sono cinquant’anni oggi che non c’è più. Anzi, l’espressione è infelice. C’è sempre. Sono cinquant’anni che è trapassato. Ma non remoto. Stavo cercando qualcosa di interessante da scrivere per questa ricorrenza, ma era difficile. Poi, ho fatto un sogno. Un sogno, sì. Dove guardavo uno schermo bianco con su scritto Totò a nudo. Il valore mantico di questa fantasia notturna si è rivelato il giorno successivo, cioè ieri, quando, sfrucugliando la Rete, capito nella sezione curiosità del sito dedicato ad Antonio De Curtis e trovo due notizie. La prima riguarda una scena di Tototarzan (1950, Mario Mattoli) dove si vede un’attrice a seno nudo. Si tratta della sequenza in cui Totò balza addosso a una donna, Adriana Serra, che indossa una pelliccia di leopardo («Leopardicida!») e gliela strappa, lasciandola in sottoveste. Nella foga della situazione, la Serra per un attimo va fuori di seno: questione di pochi fotogrammi in cui è però consentito apprezzarne il capezzolo destro. I censori non se ne accorsero e la scena rimase.

Altro discorso meritano invece le versioni alternative dei film di Totò. Cioè, le french versions approntate per mercati più libertini del nostro. In Totò sceicco, per esempio, anch’esso di Mattoli e anch’esso del 1950, i verbali della censura italiana non fanno registrare nulla e il 21 novembre di quell’anno il film passa senza problemi e divieti. Noi però sappiamo che erano state girate scene più piccanti (nel contesto di Atlantide ma non solo), non da Mattoli ma dal suo assistente Mariano Maurenti – quel Mariano Laurenti. Il buongiorno si vedeva evidentemente dal mattino –, che a quanto ci consta non sono però mai state recuperate e che conosciamo solo grazie a foto d’epoca.

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In una di queste immagini, Totò, di spalle, ha dinnanzi tre fanciulle dal seno nudo ed è legittimo domandarsi se fosse proprio lui ad avere girato queste estensioni piccanti o una sua controfigura. C’è persino dell’aneddotica; perché pare che mentre le comparse nude stavano facendo un balletto o qualcosa del genere, un proiettore della luce rovinò sulla sedia del regista che in quel momento era fortunatamente vuota. L’Italia democristiana lo avrebbe volentieri letto come un segno dell’avversità divina a quelle cochonneries