Terminator Genisys

La saga di Terminator ripartirà da zero, resettando i capitoli meno fortunati e ricaricando la storia ad uso e consumo di una (possibile?) genesi narrativa.
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Dopo i giochi di prestigio a cui il cinema ci ha abituato con l’inossidabile esercito dei vari prequel, sequel, reboot e remake degli ultimi anni, sembra che il 2015 sia l’anno dei ‘bootquel’. Accanto al prossimo Mad Max: Fury Road, anche la longeva e cronomantica saga di Terminator arriva al suo reset, debug e reload. E lo fa con Terminator Genisys di Alan Taylor quinto capitolo che intende spazzare via la continuity creata con Terminator: Le macchine ribelli e Terminator: Salvation. Le anticipazioni sulla trama per il momento sono piuttosto confuse e, per gli appassionati della prima ora, terrorizzanti.

Nel 2029 John Connor (Jason Clarke) è prossimo alla vittoria finale contro Skynet, ma l’implacabile intelligenza artificiale non ci sta e decide di spedire nel passato un Terminator per uccidere la madre di John, Sarah Connor (Emilia Clarke). Per proteggerla, Connor invia l’amico Kyle Reese (Jai Courtney) sulle tracce del Terminator. Ma questi scoprirà che qualcosa è andato diversamente da come pensava: Sarah è già stata salvata, all’età di nove anni, e cresciuta da un T-800 (Arnold Schwarzenegger) ed è tutto meno che indifesa. Per affrontare la nuova minaccia T-1000, però, servirà l’aiuto di tutti gli alleati possibili: Reese e Papà Terminator in testa. Le domande restano tante, le risposte sporadiche e affidate al trailer, come l’ambientazione. Non gli anni Ottanta del primo Terminator ma gli anni Novanta di Terminator 2.

Il regista Alan Taylor, fresco di Il Trono di Spade e di Thor: The Dark World, non ha al suo attivo complesse storie di viaggi nel tempo e nemmeno il pool di scrittori che ha lavorato alla sceneggiatura di Terminator Genisys, perciò, cosa sarà questo nuovo Terminator? Di sicuro un modo per resettare la via intrapresa dall’ultimo Salvation, eliminando tutti i difetti che quel filone narrativo aveva mostrato e preparare il campo a due sequel già annunciati (2017, 2018) e a una probabile serie tv. Tutto legato alla nuova continuity che Terminator Genisys contribuirà a definire.

In quest’ottica, il gioco speculare rispetto a Terminator e Terminator 2 rischia di essere un esercizio di stile complesso e doloroso: se alla base c’è, come sembra, la volontà di resuscitare un franchise finito in un vicolo cieco narrativo, non potranno che esserci delle vittime. Continuity, eleganza temporale e coerenza potrebbero non essere gli obiettivi principali di Taylor e della Paramount, e anzi, sacrifici necessari alla rinascita della lotta tra Skynet e la razza umana. Perciò hasta la vita Sarah Connor. Almeno per come ce la ricordavamo.