Star Wars Chronicles: 1971-1976

Un’epopea cinematografica intergalattica lunga quarant’anni. 1971: le origini
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Esiste una preistoria di Guerre stellari. Un momento preciso che segna l’inizio del processo creativo che porta alla saga più celebre della storia del cinema. Nel 1971 George Lucas si ritrova deluso e amareggiato dopo il pesante insuccesso di L’uomo che fuggì dal futuro (THX 1138), il film di fantascienza prodotto dalla American Zoetrope di Francis Ford Coppola (e della quale Lucas fu tra i fondatori) che non riuscì a convincere né pubblico né critica. Sappiamo quanto sia un titolo fondamentale nella storia della sci-fi, anche però quanto Lucas abbia anche in tempi recenti denunciato intromissioni produttive e una mancanza di controllo totale. L’esito commerciale di L’uomo che fuggì dal futuro costringe i due amici e alfieri della Nuova Hollywood a separarsi. A Coppola viene fatta una proposta che non può rifiutare: lavorare alla riduzione del best seller di Mario Puzo Il padrino per una Major, la Paramount. A sua volta Lucas firma un contratto con la United Artists per realizzare due film. Il primo è American Graffiti (1973) coprodotto da Gary Kurtz, futuro socio del regista nell’avventura di Star Wars. Kurtz condivide la passione per la fantascienza e i due insieme cominciano a discutere della possibilità di una versione cinematografica di Flash Gordon o della possibilità che il secondo titolo “dovuto” alla UA possa essere una storia di fantascienza sulla falsariga di quella inventata da Alex Raymond. A quel punto, Lucas rispolvera un suo vecchio progetto e scrive un soggetto intitolato The Journal of the Whills, storia dell’apprendistato di un giovane presso un maestro Jedi-Bendu chiamato Mace Windy. Il soggetto è confuso a detta dello stesso Kurtz e non piace alla United Artist, ma ci sono scampoli della cosmogonia futura, sebbene l’idea generale maturi solo a partire dal successivo trattamento. Prima di tutto, sulla falsariga delle avventure galattiche di Flash Gordon, esiste un universo minacciato da un impero e difeso da una casta di guerrieri, simili ai samurai, chiamati appunto Jedi-Bendu. Invece di mollare il colpo di fronte allo scetticismo degli interlocutori, Lucas persevera e scrive un trattamento di tredici pagine intitolato The Star Wars. Il ruolo degli Jedi-Bendu viene ulteriormente ampliato e non è casuale il riferimento ai samurai, dato che la sinossi assomiglia parecchio a quella di La fortezza nascosta (Kakushi toride no san-akuni, 1958) con il personaggio che poi diventerà Luke Skywalker generale ribelle difensore di una principessa come nel classico giapponese.

1973/76: gli sviluppi

The Star Wars è ambientato nel 33° secolo e fa da sfondo una guerra civile intergalattica dove alla minaccia dell’Impero si contrappone quella dell’Alleanza. Lucas scrive una prima versione della sceneggiatura dove compaiono il personaggio di Annikin Starkiller (sic), i Sith e la Morte Nera. Nel 1974 appronta una seconda versione dove si parla per la prima volta di una energia oscura, declinabile positivamente o negativamente a seconda di chi è in grado di dominarla, chiamata Forza. Il giovane eroe si chiama Luke (non più Annikin), viene da una fattoria ed è aiutato dal padre, di cui si intuisce l’appartenenza agli Jedi-Bendu (d’ora in poi solo Jedi, dal giapponese Jidai Geki). Nella terza sceneggiatura si affinano i contorni della trama ma scompare la figura del padre sostituita da quella di un precettore chiamato Ben Kenobi. Nel frattempo Gary Kurtz, convinto come Lucas della necessità di andare fino in fondo con la space opera, viene “protestato” dalla United Artist che si dice non più interessata alla realizzazione di The Star Wars perché le sceneggiature finora lette sarebbero troppo confuse e di fatto irrealizzabili, dati gli alti costi di produzione. Lucas già con L’uomo che fuggì dal futuro aveva dovuto rinunciare a scene presenti nel copione, come quella celebre di Robert Duval assalito dai mostri all’uscita del tunnel, girata ma non montata, perché non aveva soldi per gli effetti speciali. La sequenza citata è stata poi inserita nella versione rimasterizzata digitale del 2004. Tornando a Guerre stellari, Kurtz riesce a stringere un accordo con la 20th Century Fox che mette però a disposizione solo 10 milioni di dollari, un budget modesto se si pensa che un film di 007 coevo arriva a costare anche il triplo.

Il produttore aveva perso qualunque speranza quando uno degli executive della Major, Alan Ladd Jr., figlio di cotanto padre, lo richiamò dopo avere visto, e molto apprezzato, American Graffiti. Ladd Jr. decise di dare una chance a questo piccolo film di fantascienza di cui lui per primo non capiva le ragioni (inizialmente fece stanziare 8 milioni di dollari, poi aumentati nel corso dei mesi). Viene scritta una quarta versione del copione, intitolata Le avventure di Luke Starkiller, come narrate nel Giornale dei Whills, Saga I: Le Guerre stellari. Come si vede, la successione in episodi e l’idea di una saga sono già ben presenti, ma quello in lavorazione è comunque ancora un capitolo I e non un capitolo IV come sarà poi nelle intenzioni finali. Nel 1975 Lucas scopre che la Fox vuole smantellare il suo reparto dedicato agli effetti speciali. Per questo fonda la Industrial Light & Magic con sede in un capannone di Van Nuys, vicino a Los Angeles. Quasi subito comincia a collaborare con lui Dennis Muren, destinato a diventare uno dei maestri di SFX della ILM. Prima di iniziare la pre-produzione vera e propria Lucas dà nuova forma alla sceneggiatura, il film cambia titolo in Star Wars e Luke si chiama Skywalker. In realtà, l’opzione Episodio IV – Una nuova speranza era già stata presa in considerazione dal regista ma nettamente rifiutata dallo studio e dai distributori che non riuscivano a capire il perché di quel “quattro” quando il film era il primo. Evidente come Lucas avesse cambiato opinione considerando possibili sviluppi pregressi di una storia che comincia in medias res, ovvero a guerra stellare già abbondantemente cominciata, anche se pare ormai appurato che nel 1976 non esistevano copioni definiti di tutti e sei gli episodi della saga (sette se si considera Shadow of the Empire che per molti non è uno spin off ma a tutti gli effetti un episodio), tanto che in più occasioni Lucas parlò addirittura di 12 puntate.