Ridley Scott parla di Alien: Covenant

Un prequel che avrà due sequel
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Dunque. Concentrarsi attentamente e cercare di seguire il filo logico del discorso, che non è cosa così semplice. L’antefatto necessario è che Ridley Scott, regista del primo Alien e dell’ultimo Prometheus – le posizioni ineriscono la saga dello Xenomorfo disegnato da Giger, con il sangue acido e il fallo al posto della lingua -, sta ormai alacremente lavorando alla realizzazione di Alien: Covenant, seguito di Prometheus, scritto da Jack Paglen e Michale Green, le cui riprese sono programmate per il febbraio dell’anno prossimo. Quel che sapevamo fino a ieri, era che il film – in un primo tempo intitolato Alien: Paradise Lost – doveva allacciarsi a Prometheus, appunto, e arrivare in qualche modo a svelare come e perché gli Ingegneri avessero progettato e dato vita agli esseri pericolosissimi e teriomorfi che noi chiamiamo riassuntivamente e comodamente “Aliens”. Si vociferava che Noomi Rapace e Michael Fassbender che alla fine di Prometheus si allontanavano a bordo di una navicella spaziale, sarebbero arrivati nel pianeta di origine degli Ingegneri: il Paradiso, seguendo l’identificazione degli Ingegneri con i creatori della vita sul nostro Pianeta. Angeli o Dei come li si preferisca identificare, questo il concetto è.

Ora però le poche certezze che si avevano, vengono fatte vacillare dalle dichiarazioni di Scott, il quale non solo ha detto che la Rapace nel nuovo film avrà una presenza non più che incidentale, ma ha aggiunto che Alien: Covenant sarà il primo film di una trilogia che egli ha già bene in testa e che finirà per collegare questo ciclo di film all’inizio del primo Alien; ossia all’enigma del famoso Space Jockey che Ripley e compagni scoprono sul pianeta misterioso e dello xenomorfo annesso che gli era esploso dal di dentro. Quindi, posto che Scott riesca nell’impresa di questa trilogia, alla fine della fiera ci ritroveremo con ben dieci film, ricomprendendo anche i due Alien Vs Predator. Il che significa che ci vorranno altri dieci anni per capire come diavolo si quadrerà questo benedetto cerchio intergalattico. Scott ha 77 anni. Non vorremmo dire…