Quattro chiacchiere con Luca Ruocco

Il Fantafestival 2018 presentato da uno dei suoi due direttori artistici
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Il Fantafestival di Roma è una manifestazione storica e un punto di riferimento per gli appassionati del “fantastique”. Lo è sempre stata ma quest’anno il lavoro dei due direttori artistici Luca Ruocco e Marcello Rossi ha tirato fuori dal cilindro un programma davvero esaltante, soprattutto per chi ama il cinema di genere italiano. Da Ballad in Blood di Ruggero Deodato a I piccoli maghi di Oz di Lugi Cozzi, dal nuovo film di Raffaele Picchio sui Templari all’attesissimo Everybloody’s End di Claudio Lattanzi, con un cast da urlo. E per domenica 9, una proiezione speciale di Suspiria restaurato, alla presenza del Maestro Dario Argento… 

Dal punto di vista esterno, mi pare di avere percepito che il Fantafestival abbia recuperato il gap in cui dava l’impressione di versare qualche anno fa…

Io lavoro e ci collaboro da circa sette anni e l’ho visto migliorare negli ultimi sette anni.

Mi riferivo a un gap di carattere non artistico. C’era l’impressione che foste in sofferenza per questioni più banalmente logistiche e di risorse. Sbaglio?

In realtà, a livello di contributi e di budget, la situazione non è rosea. Quest’anno è un’autoproduzione mia e di Marcello Rossi, che abbiamo preso in mano la direzione artistica del Festival. Senza alcun contributo statale.

E questo perché?

Non sappiamo perché. Abbiamo visto che, con una proposta culturale che parte dalla base di un Festival trentottenne, invece di migliorare scendevamo di punteggio, fino ad arrivare allo scorso anno, in cui non ci hanno dato più nulla.

Incredibile. Una delle manifestazioni storiche come la  vostra!

Siamo uno dei festival storici di Roma. Siamo stati nominati festival storico 4 anni fa. Ma, evidentemente, non serve a nulla…

Pensi che questo abbia a che vedere con il tema del festival, di occuparsi di cinema fantastico e horror ?

Non credo, perché altre manifestazioni italiane similari godono di sovvenzioni anche importanti. Non so cosa sia successo al Fantafestival in passato. Una volta le sovvenzioni c’erano, poi sono andate scemando…

Una volta il Fantafestival si associava al periodo estivo. Come mai avete cambiato?

Si tratta di una necessità logistica. Lo organizzavamo d’estate fino allo scorso anno. Ma abbiamo dovuto spostarlo perché i risultati dei bandi statali e ministeriali arrivavano sempre dopo che avevamo finito il Festival, quindi non sapevamo mai con quale budget poterci organizzare. Quindi per un motivo organizzativo interno abbiamo deciso di spostarlo a dicembre.

Venendo alle cose più positive e artistiche: il programma di quest’anno è particolarmente esplosivo. E un appassionato di cinema bis italiano non può che leccarsi i baffi…

Sì, oltre al Festival vero e proprio, cioè ai film in concorso, che rappresentano il cuore della manifestazione da parecchi anni a questa parte – e che guardano soprattutto al cinema indipendente, per un motivo proprio di produzione, come ben sai – quest’anno, sì, siamo riusciti a portare all’interno del programma ufficiale un po’ di nomi noti soprattutto del nostro cinema. Che vengono, chi a presentare il proprio ultimo film, chi invece, come Michele Soavi, a presenziare alla proiezione del documentario di cui sono protagonisti. Mi riferisco ad Acquarius Visionarius di Claudio Lattanzi, dedicato proprio a Soavi.

Un vero e proprio evento, vista la difficoltà di riuscire ormai a placcare Michele…

Infatti, ci ha fatto sudare parecchio, perché la prima risposta al nostro invito non era stata proprio positiva, poi però grazie ai buoni uffici di Claudio, ha accettato di presenziare alla serata. E siamo molto contenti di questo.

Avete programmato, quest’anno, anche i film di fantascienza di Alfonso Brescia: una chicca…

Li abbiamo programmati nei primi giorni, perché il Fantafestival, in collaborazione con la Cineteca Nazionale, al cinema Trevi, ogni anno propone una retrospettiva di un autore più o meno dimenticato. E quest’anno è toccato ad Al Bradley, Alfonso Brescia.

Cosa mi puoi dire dei film in concorso quest’anno? C’è qualche elemento comune, qualche tendenza interessante?

In questa edizione, intanto, abbiamo unificato il premio. Mentre lo scorso anno assegnavamo due Pipistrelli d’oro, suddivisi in categoria italiana e straniera. E in più assegnavamo il Premio Maria Bava all’opera prima italiana. Quest’anno abbiamo invece deciso di unificare il premio Pipistrello d’oro, assegnandone uno solo per i lunghi e uno solo per i corti: un premio internazionale, senza distinzione tra italiani e stranieri. E abbiamo allargato il Premio Mario Bava a tutte le produzione di lungometraggi italiane. Non solo le opere prime. Per i lunghi italiani, presentiamo l’ultimo film di Luna Gualano, Go Home – A casa loro, che è uno zombi-movie…

Del quale si è parlato molto…

Certo, soprattutto per le tematiche molto attuali e calde. Poi, tra gli italiani, presentiamo Notte nuda di Lorenzo Lepori, un horror erotico. Poi Nevermind, che è una commedia di Eros Puglielli. E anche a livello di lungometraggi stranieri, i temi sono molto variegati: abbiamo film sui vampiri,  uno slasher legato al mondo dei social, un film di animazione su un demone che vuole lasciare la sua vita infernale e si reca quindi nella canonica di un prete per diventare buono. Ecco, anche nelle proiezioni speciali abbiamo cercato di portare all’interno del programma la varietà maggiore possibile. Abbiamo forse per la prima nel Fantafestival anche un film adatto ai bambini, per famiglie. Mentre di solito il tenore dei film è abbastanza tosto.

Ti riferisci ovviamente al film di Lugi Cozzi, I piccoli Maghi di Oz

Sì certo. Dopodiché i bambini vanno a casa perché c’è Notte nuda di Lepori… E anche per i corti abbiamo voluto variare all’interno dei generi del fantastico. Non proporre solo horror ma anche fantascienza.

A proposito di Claudio Lattanzi: oltre ad Acquarius Visionarius il Fantafestival propone un assaggio del lungometraggio di Lattanzi, Everybloody’s End, sul quale riponiamo molte attese… Una storia apocalittica, zeppa di glorie del nostro cinema horror anni Ottanta: un progetto blindatissimo. Tu che cosa ne sai?

Anch’io so molto poco. Speravamo di avere la possibilità di presentare il film, che però ancora non è pronto. Per cui, mostreremo una clip in esclusiva, che Claudio ancora non ci ha mostrato. Quindi, sarà una vera e propria rivelazione anche per noi…

Nel film ci sono attori e attrici che hanno lavorato con Fulci, da Giovanni Lombardo Radice a Cinzia Monreale a Marina Loi

Sì, una scelta che cattura automaticamente una larga fetta di spettatori, che è poi quella degli appassionati della “vecchia scuola”, che rappresentano anche gran parte del pubblico del Fantafestival…

http://www.fanta-festival.it/programma-2018/