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Utopia – Stagione 1 e 2

2013-2014
Titolo Originale:
Utopia
CAST:
Fiona O'Shaughness (Jessica Hyde)
Alexandra Roach (Becky)
Nathan Stewart-Jarrett (Ian Johnson)

Il nostro giudizio

Utopia è una serie tv del 2013, inedita in Italia, andata in onda nel 2013, ideata da Dennis Kelly

Sin dalle prime sequenze di Utopia, due stagioni (sei episodi ciascuna), è palese la britannica sagacità grottesca qui declinata al cruento. Ouverture d’effetto, la narrazione si apre con due sinistri individui, che ex abrupto entrano in un negozio di fumetti nei sobborghi di Londra (dove la storia è ambientata, benché le riprese siano perlopiù svolte nei pressi di Liverpool), uccidono tutti, poi danno fuoco al locale. Nel mentre, cinque estranei, conosciuti in rete, decidono di incontrarsi per parlare del misterioso The Utopia Experiments, graphic novel scritto da uno scienziato impazzito e poi scomparso; si presentano il tecnico informatico Ian, la studentessa Becky, e Wilson, ossessionato da paranoie cospirazioniste, mentre mancano Benjamin, ucciso perché possiede il sopracitato libro, e l’undicenne Grant, che si imbatte in esso, nell’omicidio e nei suoi artefici. Intanto il Ministro Dugdale viene ricattato da una corporazione segreta, The Network, per approvare l’utilizzo di un discutibile vaccino. Infine l’evanescente- e sempre braccata- Jessica Hyde, compare e scompare sulla scena dando vita al reiterato leitmotiv: “Where is Jessica Hyde?”. Gli intricati filoni diegetici di Utopia si legano alla fine a un epicentro, il piano di selezione di massa della sopracitata società, descritto nel fumetto, costringendo i tre protagonisti, poi ricongiuntisi con Grant e Jessica, alla fuga.

Il concept alla base è infatti una soluzione, eufemisticamente brutale, al problema della sovrappopolazione mondiale, che, secondo la paradossale previsione di Dennis Kelly (creatore della serie) condurrà la razza umana a seri problemi di sopravvivenza. La tematica, già trattata in chiave futuristica dal filone fanta-apocalittico da 2022: i sopravvissuti (1973) a Interstellar (2014), è al contrario in Utopia svolta tra presente e passato. Ai giorni nostri è ambientata la prima stagione, in cui si perfeziona il misterioso Giano The Network, guidato da Mr. Rabbit e supportato dal killer patologico Arby/Pietre, privato della propria coscienza da un esperimento. Risalenti agli anni ’70 sono i flashback della seconda stagione, in cui peraltro sono inseriti fatti di cronaca, tra cui gli assassini dell’ambasciatore Richard Sykes, del politico Airey Neave e di Aldo Moro. La citazione di eventi concreti e la prospettiva ribaltata, ossia non un futuro ipotetico, ma l’odierna azione per prevenirlo, attualizzano il tema affrontato, problematizzando le implicazioni etiche della scienza. Confusa è allora la distinzione tra giusto e sbagliato, aspetto tradotto anche dalle nebulose posizioni dei personaggi, che si alternano in continui doppi e tripli giochi. Se controverso è il tema, ancora di più lo è la sua resa: la violenza non viene certo lesinata, emblematico è lo sterminio degli alunni di una scuola (1X03), che creò parecchio disappunto presso parte del pubblico, forse perché richiamava gli omicidi della Sandy Hook Elementary School in Connecticut (2012).

La percezione di un’inquietante minaccia è trasmessa anche a livello ottico dalla fotografia della desolanti campagne inglesi, che conferiscono un senso di sospensione (si vedano i campi sterminati delle sequenze di apertura), dagli squallidi siti industriali e dai grigi sobborghi cittadini, a cui si oppone l’aggressività dei colori acidi nei vestiti, in alcuni interni minuziosamente descritti, e nei paesaggi (soprattutto il verde dell’erba e il giallo del grano nei campi lunghi); il sottofondo musicale, come alcune scene in rallenti seguite in un montaggio singhiozzoso da movimento improvviso (ad esempio la caduta rallentata dalla finestra di Benjamin e subito dopo la fuga di Grant, 1X01), completano infine la sensazione di angoscia. Marginali sono le pecche di Utopia: la progressiva perdita di appeal nella seconda stagione e l’incompiutezza (non si arriva mai al punto cruciale, ossia la diffusione o meno del virus), probabilmente perché la season 3, sebbene prevista, non è mai stata realizzata, lasciando i suoi sostenitori in sospeso, ahinoi, per sempre. Sarà forse di qualche consolazione per i fan della serie l’arrivo della versione americana, opzionata da Fincher.