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Ustica

2016
Titolo Originale:
Ustica
REGIA:
Renzo Martinelli
CAST:
Caterina Murino (Roberta Bellodi)
Tomas Arana (Fragalà)
Lubna Azabal (Valja)

Il nostro giudizio

Ustica è un film del 2016, diretto da Renzo Martinelli

Assistere a Ustica di Renzo Martinelli, in questi giorni di terrore islamico macchiati di sangue, fa un effetto ancor più disarmante, per lo meno a livello epidermico, laddove, da 36 anni, sulla tragedia del DC9 Itavia, i misteri si accavallano ai misteri. Martinelli ha una sua tesi, suffragata da «perizie, testimonianze e dalle 5.000 pagine dell’istruttoria del giudice Rosario Priore», spiega il regista di Vajont, Porzus, Piazza delle Cinque Lune, tutti film imperniati su interrogativi irrisolti. E aggiunge: «Ci siamo avvalsi anche della consulenza di due ingegneri aeronautici, lavorandoci su per oltre tre anni». A oggi, i soli fatti accertati sono che il 27 giugno 1980 alle 20, 59 minuti e 45 secondi un DC9 dell’Itavia precipitò in mare fra Ponza e Ustica dopo essere sparito dai radar e che 81 persone morirono. Le ipotesi ufficiali sono, da decenni: cedimento strutturale, una bomba nella toilette di coda, un missile che colpì l’aereo per errore. Martinelli, alla luce delle sue ricerche, le ritiene tutte e tre improbabili. E propende per una quarta possibilità: il DC9 fu urtato in volo da un aereo militare americano che inseguiva e mitragliava un Mig libico.

Quella sera, uno (o più) top gun americani inseguivano quello libico che attraversava lo spazio aereo Nato: non ufficialmente, ma  accodandosi a velivoli maltesi provenienti dalla Jugoslavia (per la manutenzione) e nascondendosi così ai radar. Il governo italiano aveva infatti un accordo occulto con Gheddafi, funzionale ad accordi economici con la Libia. Ma quella sera qualcosa andò storto. Di tutto ciò dibatte il film che mixa novità documentali e fiction: una bimba, figlia di una fotogiornalista (l’ex Bond girl Caterina Murino) è fra le vittime del crash. Disperata, incontra una elicotterista (l’attrice belga di origine berbera-ispanica Lubna Azabal) che, sola, aveva recuperato, subito dopo il disastro, una parte di carta aeronautica bruciacchiata e scritta in arabo dove il pilota libico colpito dagli americani invocava Allah chiedendo, prima di precipitare, perdono per le persone a bordo del DC9. Lavorando di comune accordo con un deputato siciliano (un appesantito Marco Leonardi) le due donne giungono alla conclusione offerta dallo script di Martinelli, ovvero l’intervento militare Usa in volo.

E difatti, commenta il regista, «la Rai non ha voluto rogne con gli americani e ha rifiutato di acquistare i diritti del film (teoria, ovviamente, respinta dai dirigenti di viale Mazzini…), aggiungendo, se così fosse, carne al fuoco del regista milanese. Un film, comunque, Ustica, di notevole tensione emotiva, con scene di combattimenti aerei digitali decisamente realistici e con caccia in 3D (a parte qualche fish eye di troppo). Esterni girati in buona parte in Basilicata. Meno coinvolgente la fiction, con qualche battuta a tratti ridicola come quando la elicotterista racconta che suo padre, anche lui pilota, era stato abbattuto in Albania in quanto facente parte parte di una fantomatica «associazione nemica del regime comunista di Enver Halil Hoxha» (sic). Un film, comunque che, a mio avviso, si classifica al secondo posto fra quelli di Martinelli. Dopo Porzus (1997).