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Upstream Color

2013
Titolo Originale:
Upstream Color
REGIA:
Shane Carruth
CAST:
Shane Carruth (Jeff)
Amy Seimetz (Kris)
Andrew Sensenig (The sampler)

Il nostro giudizio

Upstream Color è un film del 2013, diretto da Shane Carruth.

Un film sulla memoria. Sulla memoria della carne e sull’identità. Un film sulla solitudine e l’essere indifesi di fronte alla ferocia del mondo. Un film per immagini. Un non-film. Upstream Color è questo e tanto di più o tanto di meno.Uno di quei film di cui si possono scrivere fiumi d’inchiostro senza dire niente e che forse niente vuol dire. La prima parte mostra un’aggressione. Una donna viene violentata. In senso lato. Nel suo organismo viene inserito un verme.

Un verme che si fa strada nel cervello attraverso il sangue e le ruba la volontà. Lei diventa una pedina in mano a un tizio che le prosciuga il conto corrente e poi l’abbandona dopo un “salasso di verme con maiale”. Lo so, detto così non si capisce, ma Upstream Color non è un film che si vuol far capire. Specie nella seconda parte in cui, la donna e un uomo, che ha subito la stessa sorte, uniscono le forze per ritrovare il signore dei maiali. Anzi, più che il Signore, i maiali stessi, reminiscenze viventi di un attimo delle loro esistenze che non esiste più e che forse non è mai esistito. Proprio come questo film. Se si passa sopra alla supponenza del regista Shane Carruth (un maestro del “non capisci quindi sono un genio”, vedi Primer), i colori, i suoni e le immagini hanno un che di ipnotico che ti fa andare avanti. Sempre meglio di Antiviral.