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True Blood – Stagione 3

2010
Titolo Originale:
True Blood
REGIA:
Daniel Minahan
CAST:
Anna Paquin
Stephen Moyer
Sam Trammell

Il nostro giudizio

True Blood – Stagione 3 è una serie tv del 2010, trasmessa in Italia nel 2010, ideata da Alan Ball.

Questioni di potere e faide millenarie dominano True Blood – Stagione 3, anche in questo caso liberamente tratta dalla saga letteraria ad opera di Charlaine Harris, nella fattispecie da Il club dei morti. La serie televisiva in dodici episodi, è andata in onda nel 2010 su HBO in USA e nel medesimo anno su Fox in Italia, rappresentando una degna prosecuzione delle precedenti. Sempre direttamente connessa alla season 2, la narrazione principia con la sparizione di Bill (2X12) forzosamente “invitato” presso la magione del sovrano del Mississippi, Russell Edgington, (nel libro Bill è convocato dalla sua creatrice Lorena), che desidera un supporto nelle proprie mire matrimoniali verso la regina della Louisiana. Sookie, come di consueto, parte per Jackson alla ricerca dell’amato insieme ad Alcide, un lupo mannaro che l’accompagna per saldare un debito con Eric. Intanto Sam avanza nella ricerca delle proprie origini, Tara fraternizza con un vampiro psicopatico e Jason con una misteriosa ragazza, infittendo decisamente lo svolgimento degli eventi e il microcosmo dei personaggi, che non sempre sono presentati in maniera del tutto compiuta. Molteplici, d’altra parte, sono gli sviluppi intriganti, sia in termini di nuove presenze sulla scena che di inaspettate evoluzioni di quelle già esistenti in precedenza, creando spunti diegetici e differenti equilibri tra i protagonisti e non.

Anzitutto è una lieta scoperta il nuovo antagonista: aristocraticamente perfido, re Russell, dietro ai propri modi eleganti e a uno humour raffinato, cela un’estrema crudeltà e spregiudicatezza, rappresentando così un perfetto malvagio ancien regime che, nonostante tutto, affascina lo spettatore. Anche i lupi mannari drogati di V al suo servizio e il più probo (ma sempre della medesima specie) Alcide rinfoltiscono fruttuosamente l’ormai lunga sequela di creature sovraumane che compaiono via via in True Blood. Nella fattispecie è interessante rilevare ancora una volta l’affinità con Twilight, quantomeno nell’opposizione di lunga data tra lupi e vampiri, i quali, oltre a tutto, in ambedue si alternano al fianco di una figura centrale femminile; permane dunque in Alan Ball la volontà di confronto, percorrendo certo una via più dissacratoria e irriverente. In ultimo, due dei prima monoliticamente buoni, Bill e Sam, subiscono ivi una netta inversione di rotta; l’uno si rivela in amore meno disinteressato (si subodorano almeno inizialmente secondi fini) e meno controllato di quanto promettesse, l’altro a un presente da samaritano accosta un passato decisamente meno ineccepibile. La stessa Sookie, prima inconsapevole della propria natura, scopre finalmente l’origine del suo potere, comprendendo insieme ad esso una parte di sé. A latere, Tara conferma la propensione ad autolesionismo e cattive amicizie, mentre Jason mantiene il suo cipiglio poco arguto e l’attitudine a cacciarsi in situazioni difficili, in un succedersi (dalle dinamiche psicologiche un po’ ambigue) di crisi di coscienza, competizioni con un alter ego più giovane, slanci di dovere civico (con annessa volontà di entrare in polizia) e la solita infatuazione per una donna problematica.

Molto più frammentaria rispetto alle antecedenti stagioni, la storia di True Blood – Stagione 3 si sviluppa in numerosi filoni, alcuni nemmeno troppo strutturati, aprendo una serie di parentesi e conferendo un certo senso di sospensione e confusione. Anche la componente comico grottesca scema un poco e i personaggi dal cipiglio più farsesco (Jason e lo Sceriffo Andy in primis) perdono un po’ della loro verve comica, venendo fagocitati da un vorticoso succedersi di peripezie che non lascia loro bene il tempo di esprimersi a pieno. Anche l’attitudine allo spettacolare (le scene di baccanali della stagione precedente) viene meno, fattore determinante un differente canovaccio, ma a queste si sostituisce una buona dose di sequenze cruente o perverse (torture, uccisioni sanguinolente di vampiri, rapimento e sevizie, lotte clandestine di cani) a cui si aggiunge, come d’uopo, un certo tasso di scene di sesso sia etero che non. Anche le kitschissime parentesi oniriche in posticce realtà parallele fatate, che di per sé farebbero storcere il naso, sono perfettamente inquadrabili nel già sperimentato gioco di richiami in chiave accentuativo-parodistica. In conclusione, nel complesso la terza stagione di True Blood risulta riuscita, sebbene con qualche lieve sbavatura, assolvendo a pieno la funzione di traghettare il pubblico verso quella successiva, sia nell’approfondimento dei personaggi che nel dipanarsi delle vicende.