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They’ll Love Me When I’m Dead

2018
Titolo Originale:
They’ll Love Me When I’m Dead
REGIA:
Morgan Neville
CAST:
Peter Bogdanovich
Oja Kodar
Orson Welles

Il nostro giudizio

They’ll Love Me When I’m Dead è un film del 2018, diretto da Morgan Neville.

Il film su cui si concentra il documentario di Morgan Neville (presentato fuori concorso a Venezia 75) è The other Side of the Wind di Orson Welles, regista tanto idolatrato e mai dimenticato. Si tratta di una pellicola che gli appassionati del regista aspettavano da quasi mezzo secolo e che da quest’anno finalmente possono goderne una sua visione grazie al montaggio di Bob Murawski. Ma come il film stesso è qualcosa che va al di là della classificazione ordinaria, They’ll Love Me When I’m Dead non è di certo da meno. Attraverso interviste, immagini e video di repertorio lo spettatore viene trascinato in un turbinio che lo porta a scoprire l’immaginario di Orson Welles, il suo modo di lavorare e anche come è avvenuta la realizzazione di questo folle progetto chiamato The Other Side of the Wind dalla sua prima idea fino ai suoi quasi infiniti ciak. Un progetto complesso, che ha visto finalmente luce quest’anno a quarant’anni dal suo svolgimento, dopo che l’emergente e ormai affermata Netflix ha deciso di produrlo. Parliamo di un film che ha investito gli ultimi anni di vita di Orson Welles, che si è evoluto in modo costante, un canovaccio quasi infinito.

La colonna sonora di They’ll Love Me When I’m Dead  si sposa con le immagini e con i frammenti delle interviste di Orson Welles in modo a dir poco perfetto, arriviamo a comprendere il pensiero e le idee tanto complesse quanto a volte geniali e difficilmente arrivabili dell’immortale regista. Viene mostrato il rapporto con la sua famiglia e con la sua amante, quindi una doppia vita sentimentale conosciuta da entrambe le parti femminili che nonostante ciò hanno continuato ad amare lo stesso uomo. Il rapporto di amicizia con Peter Bogdanovich, che Welles ha adorato prima come giovane pupillo e alcuni anni dopo l’ha rispettato come regista affermato. Una relazione travagliata con alti e bassi da ambo le parti, allontanamenti e riavvicinamenti. Lo stesso Bogdanovich appare a più riprese nel corso del documentario per raccontare la sua avventura filmica vissuta in compagnia di Orson Welles.

Traspare anche da questo documentario il profondo rispetto e l’attaccamento di Welles con i membri del cast, amici tutti prima ancora che colleghi di lavoro. Lo spettatore scopre le vicende di quegli anni, le peripezie compiute da Welles per racimolare i fondi un po’ ovunque. Viaggi in Iran e in giro per l’Europa e per l’America per cercare di chiudere questo film senza però riuscirci durante la sua vita. They’ll Love Me When I’m Dead è un documentario ben costruito ma che in certi punti risulta troppo caotico: voler mostrare la vita di Orson Welles, le immagini della sua opera incompiuta, il contesto storico e altre informazioni tutte in un solo momento e in un tempo piuttosto ridotto risulta un sovraccarico un po’ troppo spinto per uno spettatore medio. Dal punto di vista estetico, il bianco e nero e le immagini a colori vengono alternate in modo non troppo armonico, ciononostante questo non va a disturbare troppo e a intaccare la resa finale del documentario.