Featured Image

The Snare

2017
Titolo Originale:
The Snare
REGIA:
C.A. Cooper
CAST:
Eaoifa Forward (Alice Clarke)
Rachel Warren (Lizzy Abel)
Dan Paton (Carl Weston)

Il nostro giudizio

Quel gran volpone di Lars von Trier – citando a sua volta J.L. Godard per il quale ciascun film, anche il più mediocre, porta in sé il germe del vero cinema – sostiene sin dal 1987 la poetica della “bagatella”, la convinzione, cioè, che solo nelle opere minori si possano trovare gli autentici capolavori. Ebbene, mai teoria parrebbe tanto azzeccata (in senso eminentemente positivo) per descrivere un’opera così piccola eppure così riuscita come The Snare, sorprendente esordio nel lungometraggio di C.A. Cooper, misconosciuto ma dotato mestierante di genere con all’attivo due ottimi corti – il claustrofobico Tortured Love (2009) e il filosofico Half Dead (2012) –, capace di partorire un’opera davvero suggestiva che fa della propria ristrettezza di mezzi produttivi il reale punto di forza, tanto a livello estetico quanto narrativo. Muovendosi agilmente a cavallo fra cultura indie e b-movie – pendendo decisamente verso la prima istanza – The Snare parte da uno dei filoni del cinema horror in assoluto più abusati come quello dall’haunted house, riuscendo tuttavia nel miracolo di rendere sorprendentemente coinvolgente un plot non certo campione d’originalità e sfruttando sino in fondo un’estetica minimale e rarefatta – in gran parte frutto del budget non certo titanico – per evocare atmosfere claustrofobiche e perturbanti capaci d’infondere in ogni singola inquadratura un senso di strisciante malessere.

dentro 1

Dopo aver sottratto le chiavi di uno stabile momentaneamente disabitato situato in un quartiere fantasma, le amiche Lizzy (Rachel Warren) e Alice (Eaoifa Forward) decidono, assieme al compagno di bagordi Carl (Dan Paton), di vivere un weekend all’insegna degli eccessi, accorgendosi ben presto, tuttavia, che qualcosa di malefico aleggia all’interno dell’appartamento e dell’intero condominio in cui si ritrovano improvvisamente intrappolati, senza rifornimenti e senza possibilità di evadere, costretti a regredire a uno stadio animalesco per soddisfare i più elementari bisogni fisiologici. Innestandosi all’interno di una ben nota tradizione cinematografica che vedere nel luogo di abitazione quotidiano (e in special modo nel condominio) il fulcro di eventi metafisici e malsani – partendo da L’inquilino del terzo piano passando per 1408 e giungendo alle derive mediorientali di Jinn e Under the ShadowThe Snare non nasconde le citazioni e le influenze che da Polanski conducono a Kubrick sino alla sottocultura dell’horror underground a costo zero, riuscendo tuttavia a rielaborare il tutto in un prodotto onesto e a suo modo originale, soprattutto se valutato nella spietata crudezza di alcune disturbanti sequenze che descrivono la regressione fisica e psicologica dei tre protagonisti.

dentro 2

I quali, come cavie intrappolate in un angusto labirinto, si trovano a dare sfogo agli istinti più viscerali, mentre la loro incipiente degradazione morale (in verità già molto labile ben prima degli oscuri accadimenti) viaggia di pari passo con un impressionate deperimento fisiologico descritto morbosamente nei più intimi dettagli grazie ad effetti di make-up davvero disturbanti. L’ombra di The Conjuring è sempre in agguato dietro l’angolo pronta a mordere, ma la lungimiranza e l’ottima perizia tecnica di Cooper dimostrano di saper ben addomesticare la fiera, lavorando ottimamente con il poco a disposizione per dar vita a un kammerspiel dell’orrore in cui presenze fantasmatico-demoniache e deterioramento psichico si mescolano senza più soluzione di continuità.