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The Ranger

2018
Titolo Originale:
The Ranger
REGIA:
Jenn Wexler
CAST:
Chloe Levine (Chelsea)
Jeremy Holm (The Ranger)
Granit Lahu (Garth)

Il nostro giudizio

The Ranger è un film del 2018, diretto da Jenn Wexler.

Fino a qualche tempo fa la signorina Jenn Wexler era conosciuta ai più essenzialmente per due cose: l’essere un discreto tocco di figliola e l’aver sborsato gran parte dei dollarozzi necessari a dar vita ai deliri filmici di quel pazzoide di Mickey Keating. Di recente, forse galvanizzata proprio dalle frequentazioni con il visionario autore di Darling e Carnage Park, la giovinetta ha finalmente deciso di passare dall’altro lato della barricata, imbracciando con le proprie manine l’insidiosa macchina da presa per dar vita a The Ranger, un esordio più che discreto per una cineasta  che, già con due corti come Slumber Party e Halloween Bash, ha dimostrato di avere certamente qualcosa da dire. In questo stuzzicante thriller, ben condito da emoglobina e carne macellata quanto basta, la giovane e ribelle Chelsea (Cloe Levine), ben imbottita di schifezze allucinogene, pianta un discreto casotto con tanto di morto ammazzato durante una retata della polizia in un equivoco locale.

La ragazza decide poi di fuggire assieme ai suoi anarchici amici punkettari (Grant Lahu, Jeremy Pope, Bubba Waller e Amanda Grace Benitez) alla volta della sperduta baita di famiglia nel mezzo di una desolata riserva naturale, per scampare all’arresto e darsi alla pazza gioia. I piani del lisergico gruppo di fancazzisti verranno però ben presto sconquassati dall’arrivo di un mellifluo ed equivoco ranger forestale (Jeremy Holm), un’inquietante e minacciosa figura che sembra riportare Chelsea agli orrori della propria infanzia. Per gradire, cervelli crivellati, arti mozzati e setti nasali ridisegnati modello Picasso. Ok, la storiella imbastita dalla Wexler in coppia col fido Giaco Furino non è certo da strapparsi vestiti e capelli, ci mancherebbe altro. Tuttavia, nonostante una mancanza diffusa di grinta nello spingere il pedale oltre il limite canonico, The Ranger fa più che egregiamente il proprio mestiere, tanto sul piano visivo che su quello narrativo, dando vita a un racconto onesto, quadrato, a suo modo divertente e che non disdegna una certa deriva granguignolesca di matrice tarantiniana.

Dinnanzi a personaggi odiosi al pari delle emorroidi ad agosto, le sevizie voyeuristiche che vengono apparecchiate con spiccato gusto casereccio anni ’80 da un ranger di fronte al quale l’Orso Yoghi farebbe meglio a darsela a gambe, non possono che apparire come un toccasana alla proliferante CGI caciarona che da ormai decenni sembra aver stabilmente infettato i territori dell’horror, dimostrando come, ancora oggi, un piede mozzato da una tagliola o un viso sfondato a suon di pietrate possano mettere in serio pericolo la permanenza dei residui del pranzo all’interno della calda alcova del nostro  stomaco. Attingendo a piene mani dal mood visivo ultrasaturo e psichedelico dell’amico Keating, la bella e brava Jenn si diverte un mondo a trastullarsi con il suo giocattolino cinematografico, inzuppandolo di black humor e mai, nemmeno per un secondo, prendendosi troppo sul serio. Con The Ranger non siamo certamente ancora nei territori dell’opera perfetta e men che meno nel perimetro del capolavoro. Tuttavia non possiamo che gradire ciò che la promettente Wexler ci offre, augurandoci che, date le premesse, la sua futura carriera dietro alla macchina da presa possa essere in progressiva e trionfante crescita.