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The Ornithologist

2016
Titolo Originale:
O Ornitologo
REGIA:
João Pedro Rodrigues
CAST:
Paul Hamy
Xelo Cagiao
João Pedro Rodrigues

Il nostro giudizio

The Ornithologist è un film del 2016, diretto da Joao Pedro Rodrigues

Che fa un gay in solitudine? Va in canoa a guardare gli uccelli. The Ornithologist, l’ornitologo del titolo, è il bel Fernando (Paul Hamy), che tutto preso dalle splendide livree dei suoi amici pennuti, non si accorge di una cascatella che lo inghiotte nei suoi gorghi. Salvatosi per il rotto della cuffia, lo sprovveduto avventuriero si ritrova solo soletto nei boschi, braccato da due perfide cinesi che gli vogliono tagliare le palle dopo averlo legato come un insaccato. Ecco che comincia un viaggio nella foresta incantata: nottetempo, il bel Fernando incontra dei satiri canterini che saltellano qua e là per la spiaggia. Uno gli piscia in testa ma lui non demorde: incassa il colpo e porta a casa. Il mattino dopo si imbatte in un pastorello tutto intento a ciucciare le tette di una capra: il giovinastro è muto e si chiama Jesus. I due fanno il bagno nudi e poi si inchiappettano con allegria. Ne nasce un disguido e il pastorello si busca una coltellata nel costato.

Ancora in fuga, il bel Fernando vede le femen a cavallo… delle amazzoni, si suppone: petto nudo e pantaloni bianchi aderenti, una suona la tromba e gli spara col fucile. Il bel Fernando va a terra, muore, resuscita e si fa chiamare Antonio, come l’omonimo santo. Il regista di tutto questo delirio di suoni, immagini e paludamenti è il portoghese Joao Pedro Rodrigues, quello di Il fantasma (2000), che con The Ornithologist realizza un’opera esoterica, incomprensibile, fatta di significati sovraesposti come i simboli che ne compongono l’ingarbugliata ossatura. In questo film, d’altronde, c’è di tutto, dalla classicità dell’Ellade che fu alla mistica cristiana dei primi secoli, passando per la psicoanalisi lacaniana con il doppio, lo specchio, il simulacro.

Che O ornitologo resti il percorso metaforico di un omosessuale che nega la propria omosessualità, rappresentata dalla seducente Arcadia e dalle sue molteplici tentazioni, per spingersi alla redenzione attraverso l’ascetismo cristiano? Qualunque cosa vi vogliate trovare, state certi che la troverete. Al termine di questo viaggio nel buio (dell’anima, del sesso, di cosa con esattezza?) restano i quadri straordinari che saturano di meraviglia ogni singola inquadratura: la luna, le montagne, la natura, questi corpi abbandonati lungo le anse del fiume che vi si rispecchiano come moderni Narcisi, santi e peccatori. E non parliamo della selva dantesca pullulante di animali allegorici: la superbia, l’invidia, la lussuria… però sono tutti finti.