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The Incident

2014
Titolo Originale:
El Incidente
REGIA:
Isaac Ezban
CAST:
Raúl Méndez (Marco)
Humberto Busto (Carlos)
Fernando Álvarez Rebeil (Oliver)

Il nostro giudizio

The Incident è un film del 2014, diretto da Isaac Ezban

Vi è da subito, all’interno di questo film, una presenza ingombrante che porta il nome di Philip K. Dick. Il volume di Time Out of Joint non è soltanto un dovuto omaggio ma anche un indizio e una premonizione. The Incident non è di certo una fedele trasposizione, piuttosto un rispettoso e umile epigono che ne ripropone solo alcune tracce. Scritto e diretto dall’allora debuttante Isaac Ezban (che nel frattempo ci ha regalato un’altra perla intitolata I Simili), il film ha visto per la prima volta il buio della sala (festival esclusi) nel 2015 ed è arrivato da noi solo a maggio di quest’anno sulla piattaforma Netflix. Un ottimo sci-fi relegato in un angolino, rintracciabile solo se cercato. Ma soprattutto un mind-fuck di rara efficacia, eccezionale nella costruzione di un clima ansiogeno e di una tensione calibrata ad hoc, a fronte anche di un budget limitato per il genere. Siamo dunque davanti a uno dei (ahinoi) pochi casi in cui l’esperienza visiva riesce ancora nell’arduo compito di mettere a dura prova la resistenza mentale dello spettatore.

La trama è duplice: due fratelli e criminali dappoco, Carlos e Oliver, vengono sorpresi nella loro abitazione dal poliziotto Marco che li trae immediatamente in arresto, ferendo inoltre gravemente Carlos. Una volta fuori dall’appartamento e in procinto di uscire dal palazzo, i tre si rendono conto che la rampa di scale non ha più fine, con i piani che si ripetono costantemente da capo. In un altro imprecisato luogo, Roberto parte in vacanza insieme alla sua nuova moglie Sandra e ai figli di lei, Daniel e Camila. Per una svista, quest’ultima è vittima una reazione allergica e subito dopo di un attacco d’asma. Tentando di tornare indietro, il gruppo si trova su una strada senza fine che lo riporta sempre alla stessa stazione di servizio abbandonata. Non serve essere dei cinefili per capire di essere davanti ad un montaggio parallelo che alla fine collegherà e riunirà queste due storie: il bello sta tutto nel sapere i come ed i perché. Nel frattempo che la trama si dipana, non si può che godere del ritmo pressante e straniante della prima parte del film, specialmente per quanto riguarda “l’episodio” del palazzo, dove  claustrofobia ed Escher la fanno da padroni. Ma soprattutto a stupire è la capacità di trasmettere il senso di spaventosa ripetitività che circonda la labirintica scalinata, attraverso una messa in scena  studiata alla perfezione. Nella parte “on the road” si compensa invece con una sceneggiatura ben scritta e ricca di tensione.

L’ago della bilancia, per quanto riguarda un giudizio definitivo, sta dunque nello sviluppo e nel colpo di scena. È innegabile che Ezban si sia dovuto inchinare all’utilizzo dello spiegone, piuttosto che affidare tutta la risoluzione dell’enigma esclusivamente all’immagine. Ciò non ha però inficiato l’impatto emotivo con cui essa colpisce lo spettatore, anche grazie a un epilogo amaro che riporta la trama sui vecchi binari. Ciò che però va sottolineato è che siamo di fronte a un possibile e futuribile autore di genere, capace di gestire le poche risorse a disposizione e convogliarle in un progetto complesso e di qualità. The Incident è sicuramente un biglietto da visita di tutto rispetto: un film di fantascienza postmoderna che vi terrà incollati allo schermo. Provare per credere.