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The Human centipede II

2011
Titolo Originale:
The Human centipede II
CAST:
Laurence Harvey
Lee Nicholas Harris
Bill Hutchens

Il nostro giudizio

Anteprima nocturniana di un film allucinante, legato “carnalmente” al suo prototipo ma anche ricolmo di nauseabonde esperienze sensoriali, ai limiti della coprofilia.  The Human centipede II di Tom Six: delirio duro e puro.

The Human Centipede II (Full Sequence) è un film di merda, nel senso che di quello parla. C’è una scena che da sola riscatta tutto il cinema horror, lo giustifica e lo annienta al tempo stesso, e cioè il momento clou in cui il gigantesco insetto in forma umana, rimpinzato di lassativi, defeca, il primo anello nella bocca del secondo, con un’intensità sfinteriale a confronto della quale la Paola Montenero di Spell, che cagava in gola al marito, sembra una dilettante da ricovero.

Ma andiamo con ordine: un custode con la faccia da pazzo, Martin, massacra a sprangate i clienti del parcheggio datogli in custodia, li carica su un furgoncino e li accumula come sacchi di patate, legati e imbavagliati, in un vecchio magazzino sfitto. Quando ne ha prelevati abbastanza, mette mano alla pinzatrice e appiccica il culo di Tizio alle labbra di Caio e così via, in un’unica, lunga catena strisciante. Nel frattempo apre la testa della madre, castra il medico che lo molestava, massacra di botte il vicino tamarro che ascoltava musica a manetta e soprattutto, grazie a un sotterfugio, rapisce la bella e vanesia attrice del suo film preferito, Ashlynn Yennie, a cui viene conferita la dubbia onorificenza di capeggiare la serie di corpi saldati per le estremità. La catena, quella cinematografica, è così completata, il film diventa la realtà e la realtà il film, l’attrice di The Human Centipede (First Sequence), si risveglia in un incubo ancor peggiore della pellicola che l’ha consacrata a livello internazionale.

Lunga vita alla nuova carne, verrebbe da dire, peccato che le cose in breve degenerino e Tom Six, il demiurgo con velleità di chirurgo mancato, dietro il bianco e nero d’essai splendidamente fotografato da David Meadows, nasconda pretesti da (bassa) macelleria. Il siparietto meta-cinematografico implode in uno spettacolo da grandguignol, dove tutti sanguinano, cagano, vomitano e muoiono nel peggiore dei modi, chi divorato da un centopiedi (vero, questa volta) infilatogli su per il culo con l’aiuto di un imbuto, chi giustiziato a marziali rivoltellate alla nuca. Se a tutto questo delirio ci si aggiunge il terzo (e si spera ultimo) capitolo della serie, The Human Centipede III (Final Sequence), già in pre-produzione, non possiamo immaginarci una conclusione di trilogia diversa da quella pronosticata da Mark Olsen sul Los Angeles Times: il regista che in un sussulto di vergogna si cuce ano e bocca, dal centopiedi umano all’ouroboros umano.

Il Fattore N:
(dove come quando soffia lo spirito nocturniano)
La scena in cui una donna incinta partorisce sul sedile di una macchina e, per sfuggire agli assalti del folle Martin, schiaccia l’acceleratore a tavoletta spappolando il neonato insanguinato. Il grottesco si fonde con il tragico, e alla fine scappa pure una risata colpevole.