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The Gracefield Incident

2017
Titolo Originale:
The Gracefield Incident
REGIA:
Mathieu Ratthe
CAST:
Laurence Dauphinais (Elizabeth Blackburn)
Juliette Gosselin (Julia Gilbert)
Lori Graham (Reporter Lauren Franklin)

Il nostro giudizio

The Gracefield Incident è un film del 2017, diretto da Mathieu Ratthe

Una tendenza del recente cinema di genere a cavallo fra horror e fantascienza, ha più volte rivelato un certo interesse nei confronti delle derive più oscure e potenzialmente pericolose degli incontri ravvicinati del terzo (e a volte anche del quarto) tipo, dipingendo il tanto fantasticato contatto con entità extraterrestri con toni decisamente più inquietati rispetto alle amichevoli strette di mano dei cordiali ominidi spielberghiani. Ed è in particolare attraverso la formula estetico-narrativa del mockumentary e del found footage che molti nuovi aitanti cineasti hanno tentato di approcciarsi a questa suggestiva materia, sfornando tutta una serie di prodotti – da Alien Abduction a Phoenix Forgotten, passando per Il quarto tipo – caratterizzati da un sedicente “effetto di realtà” non sempre all’altezza delle ingombranti aspettative. Tuttavia, riguardo a un’opera come The Gracefield Incident non si può fare a meno di rimanere quantomeno spaesati e incuriositi dinnanzi al coraggioso (ma purtroppo fallimentare) tentativo operato dell’esordiente Mathieu Ratthe nel creare una (im)possibile amalgama tra la struttura canonica di un alien abduction/invasion e le coordinate del più classico degli slasher, arrivando a coniare un potenziale novo pseudo-filone etichettabile come “alien home invasioni”, le cui basi vanno in realtà ricercate a livello prototipico nel più volte bistrattato Signs di M.N. Shyamalan.

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Attraverso la tipica bulimia da filmmaker esordiente che lo porta a scrivere, dirigere, montare e persino interpretare, Ratthe mette in scena con The Gracefield Incident la video-documentazione del raduno di quattro coppie di giovani amici in una lussuosa baita ai margini della cittadina canadese di Gracefield, in Quebec, con l’intento di celebrare un compleanno e di darsi alla pazza gioia. Quando, però, un misterioso oggetto caduto dal cielo simile a un meteorite viene rinvenuto nel mezzo dei boschi e portato nell’abitazione, ecco che strani e inquietanti eventi davvero poco “terrestri” iniziano a minacciare la terrorizzata combriccola, facendo intendere che qualcuno (o qualcosa) venuto da un altro mondo è pronto a riprenderesti ciò che gli è stato sottratto. A essere sinceri, la bislacca operazione imbastita da Ratthe con dubbia padronanza di mezzi puzza di stantio fin dalle premesse strutturali, un’inquietante sensazione che si trasforma in deludente realtà quando, concluso un incipit obiettivamente ad effetto, le prime instabili immagini iniziano a balenare sullo schermo, facendo intendere fin da subito come, di lì a poco, ci si troverà dinnanzi a uno scadente mash-up in salsa extraterrestrial tra le perturbanti (e traballanti) suggestioni boschive di The Blair Witch Project e l’isolamento claustrofobico di Cabin Fever, partorendo un qualcosa che vorrebbe essere la versione orrorifica di Communion ma che si rivela niente più che un progetto fortemente derivativo senza capo né coda.

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Omaggiando a più riprese la già citata pellicola di Shyamalan attraverso l’immancabile simbologia fascinatoria dei cerchi nel grano, The Gracefield Incident dimostra quantomeno l’accortezza di suggerire molto e di mostrare poco, anche perché quel poco che viene palesato fa rabbrividire dall’imbarazzo a causa di una CGI da XIX° secolo capace di dar forma a esseri alieni che paiono l’infelice connubio tra una modella anoressica e un avvoltoio. Ma ecco che, giunti stancamente all’ottantacinquesimo minuto di visione, dopo una sequela di nulla cosmico a profusione, si palesa inaspettato in tutto il suo orrore un surreale happy ending dai connotati così pateticamente melensi che nemmeno Spielberg o Carpenter in piena overdose glicemica avrebbero mai potuto concepire, assegnando ai titoli di coda una funzione quanto mai liberatoria.