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The Americans – Stagione 3

2015
Titolo Originale:
The Americans
CAST:
Keri Russell (Elizabeth Jennings)
Matthew Rhys (Phillip Jennings)
Lev Gorn (Arkady Ivanovich)

Il nostro giudizio

The Americans – Stagione 3 è una serie tv del 2015, ideata da Joe Weisberg

Con un lento incedere in avanti, la macchina da presa ci mostra, sulla sinistra dell’inquadratura, tre foto di famiglia: Philip e i due figli Paige e Henry. In secondo piano, inizialmente fuori fuoco, la spia, madre e moglie Elizabeth, assorta nei suoi pensieri, immersa nella vasca da bagno. È con queste immagini che si apre il primo episodio The Americans – Stagione 3 e tanto basta per chiarire fin da subito quello che sarà il registro caratterizzante il nuovo ciclo di 13 puntate: la contrapposizione di due adulti che scoprono quanto possa essere difficile fare i genitori. Nella stagione precedente Philip Jennings aveva avvisato Arkady, il responsabile della rezidentura, di non avvicinarsi, senza il suo permesso, alla figlia Paige. Per la Causa della Madre Russia la giovane Jennings è stata destinata a diventare una spia, ma è difficile credere quanto Philip e Elizabeth possano realmente affrontare questa nuova, e mai così drammatica, situazione senza giungere a tensioni e scontri.

Freddezza, cinismo e devozione alla madre patria sono al fine costretti a confrontarsi con le loro divergenti aspettative nei confronti dei figli. Paradossalmente, ad un bene più grande che passa sotto il nome di comunismo si affianca una sorta di sogno americano, un American Way of Life che Philip in maniera del tutto esplicita dimostra di sperare per Paige e Henry. Elizabeth invece, coerentemente col personaggio delineatosi nelle due stagioni precedenti, sostiene con maggior forza la necessità di mettere i propri figli di fronte alle loro più autentiche origini. Il reale potenziale drammatico di The Americans- Stagione 3 risiede proprio qui, nelle pieghe domestiche che tra una missione spionistica e l’altra pian piano cominciano a srotolarsi. Viene mostrato, con un’intelligente lavoro di sceneggiatura, il cuore pulsante di una serie che ha aspettato la terza stagione per afferrare a piene mani e con forza spesso brutale quella che sarà il vero motore dell’intero arco narrativo: la famiglia, tema che sa essere attuale e non scontato quando affrontato, come in questo caso, con l’originalità dell’ideatore Joe Weisberg. Il tutto con un sempre ottimo bilanciamento tra azione, riflessione e distillati momenti dove il sangue fa capolino con una violenza estetizzante, mai gratuita e anzi assolutamente necessaria.

Il lavoro di spia costringe all’instaurazione di molteplici legami e rapporti e alla conseguente presenza, nel plot, di rivoli narrativi che potrebbero compromettere la fluidità di una storyline capace invece di risultare, evolvendo, sempre chiara e mai inutilmente cervellotica. Ciò non toglie che alla lunga il gioco possa incepparsi. Le scene durante le quali i coniugi mettono a repentaglio la propria vita sono ottimamente orchestrate, ma il rischio di pensare Philip e Elizabeth alla stregua di personaggi immortali è fin troppo presente. Sudano freddo, si sporcano di sangue, ma in fondo sappiamo che, alla fin fine, le loro giornate, e così gli episodi, termineranno tra la quiete, pur sempre vigile, delle accoglienti mura di casa. Sebbene dolorosa, la speranza di evoluzioni per i nostri protagonisti, tanto drammatiche quanto coraggiose, vorremmo non morisse prima della fine di questa brillante e coinvolgente missione sotto copertura.