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The Wolf of Wall Street

2013
Titolo Originale:
The Wolf of Wall Street
REGIA:
Martin Scorsese
CAST:
Leonardo DiCaprio (Jordan Belfort)
Jonah Hill (Donnie Azoff)
Margot Robbie (Naomi Lapaglia)

Il nostro giudizio

The Wolf of Wall Street è un film (drama/comedy) diretto da Martin Scorsese, con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill e Margot Robbie. Ha ricevuto 5 nomination agli Oscar. Tratto dall’autobiografia del protagonista, racconta l’ascesa, gli eccessi e la caduta di Jordan Belfort, un agente di cambio di Long Island che a soli 36 guidava un impero finanziario costruito sulla vendita di azioni spazzatura. In perfetto equilibrio tra commedia nerissima, disgusto e dramma sulla miserabile, magnifica e fragile condizione umana.

TRAMA

The Wolf of Wall Street: nel 1987 Jordan Belfort inizia la sua carriera come apprendista broker a Wall Street, inaugurando uno stile di vita esagerato a base di sesso e droga. Assieme a Donnie Azoff, un vicino di casa impressionato dal suo stile di vita, mette in piedi uno studio, arruolando dei malviventi. Jordan li istruisce su come raggirare i clienti e ben presto lo studio si trasforma in una società, dietro la cui rispettabile apparenza si nasconde un lucrosissimo giro di truffe. Scampato per miracolo a un incidente, Jordan decide di non bere né drogarsi mai più. Quando un banchiere svizzero sotto arresto rivela all’FBI i suoi traffici illeciti, Jordan viene arrestato. Per evitare di passare vent’anni in prigione, chiede e ottiene di collaborare con la giustizia fornendo i nomi dei suoi complici. Grazie alla sua collaborazione ottiene una pena di 36 mesi in un carcere a bassa sicurezza. Una volta fuori, Jordan riprenderà la sua carriera tenendo seminari sulle strategie di vendita.

RECENSIONE

Tratto dall’autobiografia dello stesso protagonista, The Wolf of Wall Street parla dell’irresistibile ascesa, degli eccessi da Basso Impero (o da Seconda Repubblica italiana) e della caduta di Jordan Belfort, che a soli 36 guidava un impero finanziario costruito sulla vendita di azioni spazzatura. Il suo arresto per frode fiscale nel ‘98, anticipò di 10 anni il tracollo di quelle banche d’affari che in fin dei conti usarono i suoi stessi metodi.

Ma a Scorsese, che qui senza timore di smentita firma il suo miglior film dai tempi di Casino, di raccontarci i perversi meandri della finanza frega poco o nulla; affida a Matthew McConoughey una iniziale lectio magistralis su come funziona la finanza e si concentra sulla monumentale figura di Belfort, antieroe scorsesiano per eccellenza come Travis Bickle o Jake La Motta, facendoci innamorare di un carismatico, cialtronesco e dissoluto figlio di puttana portato alla rovina dal suo delirio di onnipotenza. E stavolta centra il bersaglio usando le armi della commedia.

Coadiuvato da una sceneggiatura di ferro firmata da Terence Winter (co-autore dei Sopranos e di L’impero del crimine, mica bruscolini), Scorsese mette in secondo piano i suoi tipici virtuosismi visivi e lascia briglia sciolta a Di Caprio, che alla sua quinta collaborazione col Maestro dà prova di essere il migliore attore della sua generazione, scatenandosi in un tour de force attoriale da applauso continuo.

In ogni caso, aldilà degli eccessi caligoleschi (sesso a volontà e droghe in quantità industriale) e di scene madri da incorniciare e proiettare in loop (come la sequenza del Quaalude scaduto o il salvataggio nautico scandito dalla Gloria di Umberto Tozzi), quello che rende The Wolf of Wall Street memorabile è il suo perfetto equilibrio tra commedia nerissima, disgusto e dramma sulla miserabile, magnifica e fragile condizione umana. Capolavoro!