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Stranger Things 2

2017
Titolo Originale:
Stranger Things 2
CAST:
Winona Ryder (Joyce Byers)
David Harbour (Jim Hopper)
Finn Wolfhard (Michael "Mike" Wheeler)

Il nostro giudizio

Stranger Things 2 è una serie tv del 2017, ideata da Matt e Ross Duffer

Si chiama sophomore slump, la sindrome da secondo anno, ed è il morbo che ha intaccato diversi serial di grido, da True Detective a Mr. Robot, da The Affair a Marvel’s Daredevil, caduti, l’uno dopo l’altro, sotto il peso di un debutto folgorante e poi tradito. Era lecito aspettarsi che un male così diffuso divorasse anche Matt e Ross Duffer, creatori di una mitologia, quella di Stranger Things, il cui successo è andato ben oltre le più rosee aspettative, tanto da trasformare lo show targato Netflix in uno dei grandi fenomeni mediatici del decennio. A dispetto delle perplessità e dei timori, i due fratelli originari di Durham, Carolina del Nord, hanno dimostrato di poter superare con scioltezza il fatidico giro di boa, tenendo in piedi l’architettura edificata nel precedente arco narrativo e ampliando, nel contempo, alcuni dei suoi principali punti di forza. Il tutto senza rinunciare all’effetto nostalgia e a una spiccata componente citazionista. Il racconto di Stranger Things 2 riparte dall’ottobre del 1984, a circa un anno di distanza dagli eventi della prima stagione. Nella cittadina di Hawkins la vita sembra scorrere tranquilla ma nulla, è evidente, può e potrà tornare a essere come una volta, in particolare per Will. La permanenza di quest’ultimo nei meandri del Sottosopra ha dato vita a un’inquietante connessione tra la realtà parallela e il piccolo di casa Byers, un legame che, nel corso delle puntate, si manifesta attraverso visioni e incubi a occhi aperti.

dentro 1

È attorno alla sua battaglia individuale, perno fisico ed emozionale della storia, che si intrecciano svariate sottotrame, ciascuna corrispondente a un ristretto gruppo di personaggi e destinate, nessuna esclusa, a convergere nel gran finale. Una strategia insidiosa ma rivelatasi vincente, che ha permesso alla regia di imbastire uno script dal respiro più ampio, dispensando nuove prospettive e sfumature. Emblematico, a tal riguardo, è il caso di Steve, al centro di una singolare evoluzione che lo vede abbandonare le vesti da bullo di periferia ed ergersi a cuore impavido, una sorta di fratello maggiore per Dustin, Lucas e Mike. Le criticità, ad ogni modo presenti, interessano essenzialmente Undici e la relativa backstory, pregevole nelle premesse ma del tutto inefficace e poco ispirata negli sviluppi. Se da un lato può risultare appassionante vederla diventare donna e cercare la verità sul proprio passato, dall’altro è palese come la lontananza dal quartetto dei protagonisti porti, in termini di sceneggiatura, a un netto indebolimento della ragazzina dotata di poteri psichici.

dentro 2

Il settimo episodio, un autentico standalone, fallisce nelle intenzioni e non fa che disorientare lo spettatore, inoltrandosi in un dimenticabile omaggio al cinema metropolitano degli anni Settanta e Ottanta. L’entità del problema, tuttavia, non è tale da compromettere l’operato dei Duffer che, a differenza di quanto fatto con Undici, dimostrano una ritrovata lucidità nell’introdurre le new entry del cast: la giovanissima Sadie Sink, il “Red Ranger” Dacre Montgomery, i veterani Sean Astin e Paul Reiser. In definitiva, Stranger Things 2 persevera su quel senso di familiarità e calore che aveva conquistato il pubblico fin dal suo esordio, riuscendo a bilanciare, con una maestria fuori dal comune, attrattiva commerciale, buoni sentimenti e perizia nel metabolizzare le influenze, dai libri di Stephen King ai film di John Carpenter e Steven Spielberg. L’appuntamento con il tracollo, dunque, è perlomeno rimandato.