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Storia di Marie e Julien

2003
Titolo Originale:
Histoire de Marie et Julien
REGIA:
Jacques Rivette
CAST:
Emmanuelle Béart (Marie)
Jerzy Radziwilowicz (Julien Müller)
Anne Brochet (Madame X)

Il nostro giudizio

Storia di Marie e Julien è un film del 2003, diretto da Jacques Rivette.

Storia di Marie e Julien è l’ideale chiusa di una tetralogia pianificata negli anni ’70 da Jacques Rivette e ultimata quasi trent’anni più tardi. Una crisi depressiva ha impedito al regista francese di concluderla prima e questo film, come un revenant cinematografico, ha vagato sullo scaffale dei rimpianti fino alla sua liberazione ideale nella messa in scena del 2003. In anticipo sul film Quelli che ritornano e la relativa serie televisiva Les Revenants, Storia di Marie e Julien (rispettivamente interpretati da Emanuelle Béart e Jerzy Radziwiłowicz) danza sulla stessa linea di demarcazione tra questo e altri mondi possibili. Le anime che non possono liberarsi si confondono con i vivi fino a confondere se stesse, magari innamorandosi. Julien ripara orologi, la sua casa è un portale tra il silenzio della morte e il rintocco dell’eterno. Ogni marchingegno a cui lavora può ricominciare a battere il tempo o restare una catasta silente di ruote e ingranaggi oscuri; esattamente come i nostri cuori tra l’amore e il non amore.

L’abitazione fatiscente in cui vive Julien è protagonista del film e simbolico rimando al gotico che Rivette cerca di evocare nel tessuto iperrealistico della vecchia scuola Nouvelle Vague. Tante stanze, scale e corridoi pieni di polvere, scricchiolii e un silenzio che respira, come in un vecchio castello da brividi. C’è pure un gatto che si chiama Nevermore («mai più» come il verso del Il Corvo di Poe) e che conduce Marie a scovare i segreti di lui. Lo specchio coperto da un telo, scovato da lei nella tetra soffitta piena di oggetti dimenticati, rimanda invece alle superstizioni intorno a chi è appena deceduto. Così misteriosa e tormentata, Marie va da un albergo all’altro senza meta ed è invitata da Julien a trasferirsi nella grande casa. Lì però non smette di aggirarsi, per le stanze di giorno e notte, frugando tra i vestiti e gli scatoloni, scappando nel letto di lui a caccia di orgasmi irrequieti e infine approdando in una camera della grande casa dove in gran segreto ricostruisce uno scenario che forse è in grado di rievocare e svelarle una tragedia inimmaginabile di cui è stata protagonista.

Storia di Marie e Julien all’inizio sembra quasi un giallo, con tanto di intrighi ed estorsioni, ma finisce come una dolente storia di romanticismo nero, dilatata e sospesa; un viaggio nel crepuscolo dove tutto si congiunge e nulla resta a lungo. I due amanti si dibattono tra segreti e amnesie, fantasie sadomaso in cui Biancaneve incontra Sade e normali azioni di vita quotidiana, mangiare, bere, dormire o tentare di farlo. L’amore tra Julien e Marie sembra allargare il dirupo che c’è tra loro ma allo stesso tempo li tiene avvinti nello stesso regno. Rivette sembra suggerirci che in fondo gli amanti sono come spettri contesi tra due mondi, quello vecchio in cui non amavano più e quello nuovo in cui potrebbero tornare ad amare. Alla fine dovranno scegliere in quale consegnarsi definitivamente prigionieri, se a se stessi o gli uni agli altri.